video » Rifiuti: il solito scacco dei privati

discarica notarescoTra inchieste e processi in corso, anche la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Abruzzo viaggia su terreni minati.Tra discariche vicine al collasso e percentuali sulla differenziata ancora lontane dai parametri imposti da Bruxelles, si fa fatica ad esaltare tutti gli aspetti positivi contenuti in quello che dovrebbe rappresentare il faro, la legge 45 del 2007. Ato unica, società in house ed una seria programmazione per quel che riguarda il recupero energetico, tutte aspettative rispettate in parte. Per quest’ultima in particolare la legge prevedeva l’avvio della programmazione soltanto al raggiungimento come media regionale del 40% di differenziata, non siamo lontanissimi ma nemmeno vicini. Altro aspetto positivo la possibilità di costruire impianti solo di media portata, non oltre le 160 mila tonnellate. “Ma il problema principale – chiarisce l’ex assessore regionale all’ambiente Franco Caramanico promotore della legge attualmente in vigore – é il mancato investimento delle notevoli risorse contenute nel Piano Triennale per dar vita ad un serio programma di impiantistica pubblica.” 25 milioni nel penultimo piano triennale, una ventina scarsa nell’attuale , un totale di 40 milioni di euro circa per costruire impianti di compostaggio, bioessiccatori o strutture di ultima generazione per abbattare definitivamente la soglia del rischio d’inquinamento. Ma di questi impianti non vi é quasi traccia e se da una parte costituisce una grave lacuna per una Regione che dall’uso di queste strutture i potrebbe trarre benefici anche sul piano economico, mettendoli a disposizione anche di altre regioni, dall’altra rappresenta il solito favore ai privati che da questo punto di vista in Abruzzo la fanno da padroni, imponendo tariffe certamente superiori ai cittadini: “L’Abruzzo é una delle regioni che ha più carenze d’impiantistica pubblica in Italia – ci segnala ancora Caramanico – e poi sarebbe interessante sapere come vengono spese queste risorse destinate ad investimenti ed invece utilizzate, pare, per coprire spese correnti.”


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