video » Rifiutopoli: l’accusa di corruzione c’é

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Lanfranco VenturoniLeggendo tra le pieghe dell’ordinanza del Gup Luca De Ninis di rinvio a giudizio dei cinque imputati dell’inchiesta Rifiutopoli, a differenza di quanto, in un primo momento, emerso dalle motivazioni viene comunque contestato il reato di corruzione per un episodio in particolare. La vicenda riguarda l’impianto di Bioessicazione dei rifiuti in contrada Carapollo a Teramo, per la sua realizazione i Pm Anna Rita Mantini e Gennaro Varone hanno avanzato per l’ex assessore regionale Lanfranco Venturoni, Rodolfo e Fernando Ettore Di Zio, per il gruppo Deco, e per l’ex amministratore delegato della Teramo Ambiente Vittorio Cardarella, l’ipotesi di peculato, abuso, turbativa d’asta, istigazione alla corruzione e corruzione per due episodi. Per uno di questi il Gup ha disposto il proscioglimento, mentre é stato confermato l’altro. L’episodio incriminato é relativo al tentativo di svuotare le casse della Teramo Ambiente per far ottenere alla Deco, senza il ricorso alla gara d’appalto, l’affidamento per la costruzione e la gestione del bioessiccatore. Venturoni, nella qualità di presidente della Teamo – secondo la Procura – avrebbe incassato dai Di Zio la promessa di una quota dei profitti dell’affare concernente l’affidamento diretto e senza gara per la costruzione e gestione di un inceneritore in Abruzzo”. Il processo, ricordiamo, inizierà il 23 ottobre prossimo.


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