video » “Rimborsopoli”, le prime reazioni

consiglio regionale1Nel tardo pomeriggio, a Pescara, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha tenuto una conferenza stampa nella quale, a proposito dell’inchiesta sulla cosiddetta “rimborsopoli abruzzese” ha detto : “Affronteremo questa campagna elettorale a testa alta perchè siamo gente perbene. Lotteremo fino al 25 maggio, chi ci deve giudicare sono i cittadini. Se qualcuno, con la strumentalizzazione di atti anche doverosi da parte della magistratura vuole fermarci, ci deve sterminare”.   

Serenità e certezza della totale estraneità alle accuse è il filo conduttore delle reazioni a caldo di degli indagati nella “rimborsopoli” abruzzese. Ma le posizioni sono modulate, nelle prime dichiarazioni, tra chi parla di “aggressione giudiziaria a ridosso delle elezioni”, come ad esempio il capogruppo di Forza Italia alla Regione Lorenzo Sospiri, e chi –come il presidente dello stesso partito oltre che del consiglio regionale Nazario Pagano- si dice “fiducioso nell’operato della magistratura, sereno e pronto a chiarire ogni addebito”. Pagano ha parlato di incongruenze nella compilazione dei modelli di rimborso, ma ha definito “enigmatica” la competenza della Procura di Pescara. Gli addebiti –afferma Pagano- riguardano strutture convenzionate, che sono state individuate dagli organizzatori degli eventi, ai quali abbiamo partecipato, o dai nostri funzionari e, quindi, non certamente imputabili a scelte individuali”.
“Il 12 febbraio saro’ interrogato e avrò modo di chiarire ogni dubbio. Sono sereno.”, ha commentato su Facebook Franco Caramanico, il consigliere regionale di Sel iscritto nel registro degli indagati.
Non sono mancate altre reazioni più politiche, prima tra tutte quella del deputato del Movimento Cinque Stelle Gianluca Vacca, che parla di “una grave questione morale in Abruzzo, ovviamente bipartisan” e chiede le “dimissioni immediate, di tutti gli indagati, subito”. “Dimissioni vere, non alla Cialente”, aggiunge Vacca. Garantista Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista, consigliere regionale non coinvolto nell’inchiesta: “Non conosco ancora gli atti. L’esperienza di altre regioni ci insegna che molti consiglieri sono stati ingiustamente coinvolti nelle inchieste”.
“Chiodi ha fallito. Siamo garantisti e non faremo come il presidente, atti di sciacallaggio sulle indagini che hanno coinvolto esponenti di altri partiti”. Lo afferma Silvio Paolucci, segretario regionale del Partito Democratico, che parla di “deficit di trasparenza, etica, partecipazione. Ed è per questo -conclude Paolucci- che quando avremo chiuso la cupa stagione di questi 5 anni e mezzo di centrodestra, da giugno inizierà una nuova stagione di sobrietà. Rimoduleremo le indennità dei consiglieri e verrà resa obbligatoria la rendicontazione immediata, e trasparente di ogni spesa”.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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