Ci sarà il prossimo 4 febbraio il faccia a faccia tra i Pm della Procura di Pescara Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, e gli assessori regionali indagati dell’inchiesta “Rimborsopoli” (tutti tranne Giandonato Morra), il presidente della Giunta Gianni Chiodi, e quello del consiglio Nazario Pagano. Sarà questa fase di interrogatori, che si completerà il 12 febbraio con i consiglieri regionali (salvo difficilmente evitabili aggiornamenti, visto l’alto numero di indagati) l’occasione opportuna per chiarire quella “estraneità ai fatti” che ieri è stata proclamata da tutti i destinatari delle informazioni di garanzia, in particolare da Pagano e da Chiodi anche attraverso conferenze stampa.
Il Governatore ha anche esibito la documentazione riguardante prenotazioni e viaggi, che produrrà il 4 febbraio negli uffici della Procura della Repubblica di Pescara. Dalla quale, sin da ieri, e anche a fronte delle prese di posizione delle ultime ore, si continua a sottolineare che le informazioni di garanzia servono proprio agli indagati per difendersi. Se questa tranche dell’inchiesta ha acceso i riflettori sulle missioni di assessori e consiglieri regionali (e ha visto l’accelerazione delle ultime ore necessitata da una quasi certa fuga di notizie negli ambienti politici e non giudiziari), viene data per scontata l’esistenza di un’altra costola delle indagini di “Rimborsopoli”. Si tratta di quella riguardante la gestione contabile dei gruppi consiliari, la cui documentazione è stata già acquisita nei mesi scorsi in Consiglio regionale. Accertamenti disposti nell’ambito di una attività nazionale di verifica che le Procure hanno fatto scattare in pressoché tutte le Regioni: in Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Sicilia gli effetti più eclatanti.

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