E’ stato scoperto nella serata di ieri quando il custode si é recato sul posto per fare un inventario ma visto che l’ultimo accesso c’é stato lo scorso settembre il colpo grosso al deposito dei beni sequestrati dell’ex patron di Villa  Pini Vincenzo Maria Angelini, in Via della Liberazione a Chieti,  potrebbe essere avvenuto in qualsiasi momento. Parliamo di quadri d’autore, argenteria di grande valore e mobili di prestigio per un valore complessivo di circa un milione e trecento mila euro. Dai rilievi effettuati dalla polizia scientifica, però, il furto non dovrebbe essere recentissimo, certamente é stata opera di professionisti, sarebbe stato, infatti, utilizzato uno scanner per decifrare il codice del sistema d’allarme e contestualmente é stata disattivata la corrente elettrica, poi con tutta calma i beni sarebbero stati caricati e trasportati in chissà quale luogo misterioso. Un colpo perpetrato con insolita facilità in un deposito sotto sequestro conservativo da parte della curatela fallimentare di Villa Pini che, ci hanno raccontato gli abitanti della zona, era tenuto sotto attenta osservazione tanto che ogni qual volta sul posto sostava una macchina sospetta arrivavano immediatamente volanti di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. In questo caso, però, qualcosa non ha funzionato ed é forte la lamentela degli avvocati di Angelini che si chiedono quale sistema di sicurezza abbia adottato la curatrice fallimentare, Giuseppina Ivone, e se i beni erano stati garantiti da una polizza assicurativa o no. I beni rubati costituivano la parte restante dell’intero patrimonio già venduto all’asta ed il cui provento era stato già distribuito ai vari creditori, una parte restante però, visto il valore, ancora particolarmente cospicua. Ma al di là del danno economico é questo un episodio che giunge come un fulmine in pieno giorno in una fase particolarmente delicata di ben 2 processi; quello di Sanitopoli a Pescara e quello della Bancarotta Fraudolenta al tribunale di Chieti.

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