Al processo Sanitopoli, al tribunale di Pescara, l’attesa deposizione di Giancarlo Masciarelli, ex presidente Fira, ma soprattutto uno dei principali imputati prima di patteggiare a 3 anni e 4 mesi. Convocato dall’avvocato di parte civile della Regione Benedini, Masciarelli ha ripercorso tutta la sua attività dal momento in cui la Fira é stata coinvolta per ripianare il debito della Sanità. “Ci si trovava di fronte ad uno stato pre-fallimentare con un passivo di un miliardo e 400 milioni di euro e con un disavanzo delle Asl, solo nel periodo tra il 2001 ed il 2003, di 528 milioni di euro.” Primo obiettivo, secondo Masciarelli, Era innanzitutto quello di riallineare i contratti con i fornitori e giungere ad una chiusura transattiva per poi giungere alla definizione della cartolarizzazione: “Non l’ho inventata io la cartolarizzazione – ha precisato Masciarelli – era uno strumento di finanza crteativa riconosciuto.” Tema centrale, poi, le pendenze maturate dal ’95 al 2001, passaggio obbligato per giungere alla certificazione dei crediti necessaria per avviare la cartolarizzazione: “Non era compito della Fira entrare nel merito di quelle certificazioni, dovevamo esclusivamente acquistare quei crediti purchè giuridicamente validi, é la Regione che avrebbe dovuto verificare nel dettaglio, ed aveva gli strumenti per ricontrollare, ma non l’ha fatto salvo poi recuperare otto anni più tardi, non tanto per diligenza quanto perchè costretta da questo processo.” L’avvocato Benedini ha poi fatto una sintesi parlando di totale quadro d’incertezza nel quale Masciarelli si sarebbe presentato con il suo bell’uovo di Colombo, le cartolarizzazioni appunto, come ad indicare un’attività al quanto spregiudicata che l’ex presidente Fira ha invece difeso strenuamente salvo poi rimandare alla Regione la responsabilità del mancato controllo.

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