video » Sanitopoli: i numeri di Di Stanislao

distanislaoTabelle, numeri, percentuali, la sanità abruzzese tra il 2005 ed il 2008 ai raggi X nella deposizione di Francesco Di Stanislao, ex direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale, tra gli imputati del processo Sanitopoli alla sua seconda udienza settimanale questa mattina in Tribunale a Pescara. Dopo Del Turco, dunque, sul banco dei testimoni un’altra figura importante dell’ultima fase della gestione sanitaria attenzionata dalla Procura: con l’insediamento, infatti, della Giunta Del Turco, maggio 2005, e la contestuale minaccia del governo centrale di commissariare la Regione in caso di mancati provvedimenti per ridurre il pesante deficit, vengono definiti i dettagli della seconda cartolarizzazione, si predispongono le basi per il piano di rientro e viene istituita l’Agenzia Sanitaria Regionale, affidata appunto a Francesco Di Stanislao. Compito quello di fare luce sulla situazione e porre obiettivi precisi da raggiungere – c’era un’inappropriatezza diffusa non solo nel privato, ma anche nel pubblico con tassi di ospedalizzazione altissimi – spiega Di Stanislao rispondendo alle domande del Pm Bellelli – i dati più inquietanti erano quelli di Villa Pini. Qui Bellelli entra nello specifico chiedendo conferma sui ricoveri duplicati, triplicati e quadruplicati registrati nella clinica di Torrevecchia Teatina. Di Stanislao conferma, anche se, quei numeri andrebbero analizzati caso per caso, ha detto e sulla famosa sua frase, alla luce del quadro della situazione, ma questa é una truffa, l’ex direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale ha precisato che si trattava di un’iperbole per manifestare il proprio disappunto di fronte ad una totale deregulation per quel che riquadrava i ricoveri nel privato in principal modo a Villa Pini. Malgrado intese raggiunte tra Regione ed Aiop sulle modifiche da apportare alla legge regionale sottoscritte su un verbale misteriosamente scomparso ed il giallo della convocazione mai giunta all’Aiop, da parte del presidente della V Commissione Antonella Bosco, il testo di legge che venne licenziato non faceva alcun riferimento alle midifiche promesse ed anzi l’unica modifica riguardava l’aggiunta del termine “affini”, riguardo alle discipline da accreditare. Un assist ad Angelini, secondo l’accusa, una precisazione ininfluente secondo Di Stanislao che per quanto gli riguardava se le discipline non erano accreditate non andavano semplicemente riconosciute.


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