video » Stupro di Pizzoli: “Fu violenza inaudita”

garrufo

Francesco-Tuccia“Una colpevolezza pienamente provata dalla modalità insidiosa e subdola approfittando delle condizioni in cui versava la vittima abusando di essa con pratiche di sesso estremo manifestazione di una sessualità deviata”: questo uno dei passaggi chiave delle motivazioni di condanna in Corte d’Appello per Francesco Tuccia il giovane ex militare accusato dello stupro di una studentessa universitaria fuori una discoteca di Pizzoli. Un caso che fece parlare molto per l’ inaudita violenza con la quale la giovane di Tivoli fu lasciata la notte del 12 febbraio 2012 agonizzante, in una pozza di sangue, semiassiderata, sotto shock e con lesioni dagli stessi sanitari che la medicarono giudicate di una crudeltà inaudita.Una condanna ad 8 anni inflitta a Tuccia in primo grado quindi confermata in appello, laddove l’accusa aveva chiesto 11 anni, nelle cui motivazioni si leggono passaggi che ricostruiscono quella notte e la ferocia con la quale l’ex militare della provincia di Avellino abusò sessualmente della giovane, in stato di ebbrezza e quindi di incoscienza dopo la notte in discoteca, ricorrendo ad una specifica pratica sessuale detta del fisting : estrema, cruenta in cui Tuccia utilizzò un oggetto che appuntò provocò le gravissime lesioni interne alla ragazza.Una motivazione scorrendo la quale si parla di umiliazione anche psicologica della vittima,di senso di umana pietà assente in Tuccia e di azioni contro natura. Quanto all’aggravante della crudeltà i giudici di appello sostengono sia conclamata poichè nonostante lo stato in cui versava, a terra nella neve, la studentessa in emoraggia e senza alcuna coscienza di sè e dell’accaduto Tuccia l’abbandonò incurante tornando anzi all’interno del locale per lavare in bagno la camicia sporca per poi andar via senza alcuna forma di pietà o semplice scrupolo.


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