Sono state oltre 21 mila le utenze, tra private e commerciali, rimaste senza metano per quattro giorni dopo un guasto all’adduttrice regionale per il quale il sindaco ha presentato un esposto alla Procura, annunciando anche attività di azione civile nei confronti degli eventuali responsabili per far fronte ai danni economici provocati a tutte le attività commerciali e industriali del territorio, sull’episodio ora indaga la magistratura e porta la firma del pm Irene Scordamaglia il fascicolo d’inchiesta aperto dalla Procura di Teramo. L’indagine aperta è contro ignoti con l’ipotesi di reato “interruzione di servizio pubblico”. Anche la Prefettura di Teramo ha presentato alla Magistratura teramana una relazione su quanto accaduto dalle 19.30 di giovedì 17 aprile in poi, quando 21.348 utenze, tra Teramo e Torricella Sicura sono rimaste prive di metano. Ora l’obiettivo primario è quello di chiarire le cause della disalimentazione che per quattro giorni ha lasciato senza gas metano famiglie ed attività commerciali, con danni ingenti soprattutto per i ristoranti. Disalimentazione causata, secondo i tecnici della società che gestisce il metanodotto incriminato, da un improvviso calo di pressione nella condotta principale, legato probabilmente ad un guasto tecnico. Ipotesi che se sarà confermata porterà sicuramente all’archiviazione dell’inchiesta penale, in quanto il reato per cui si indaga presuppone che ci sia da parte della società che gestisce il servizio, o da parte di un eventuale «sabotatore», la volontà di bloccare l’erogazione del servizio. Diverso il caso dei risarcimenti in sede civile, che si preannunciano numerosi e rispetto la quale la stessa società Gasdotti Italia si sarebbe detta disponibile a prevedere riconoscimenti per l’indennizzo dei danni, preferendo però l’individuazione di un soggetto unico quale interlocutore principale.

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