video » Ud’A- “Il Polo di Pescara? Mai un euro di manutenzione”

terremoto laquila fiaccolata

logo uda“Un edificio? Va considerato come una  macchina nuova di concessionaria: se anzichè alla prima spia del cruscotto la portiamo dal meccanico dopo mesi o anni è chiaro che si corre il rischio che un problema di poche centiania di euro si trasformi in una …rottamazione!. Alla stessa identica maniera bisogna ragionare con un edificio, pubblico o privato che sia, grande o piccolo poco conta: se non si programmano da subito, o quasi, piccoli ma preziosi interventi di manutenzione ordinaria come sperare che il tempo non faccia il suo corso su scale, ascensori, finestroni, pilastri, terrazze, ma anche su ciò di non visibile ad occhio nudo ma non per questo meno importante per la vita e la sicurezza di un edificio?”. Inizia così, da queste riflessioni più di buon senso che tecnico-architettoniche, la lunga, interessante e stimolante chiacchierata-intervista fatta questa mattina, lungo i corridoi della Facoltà di Architettura della d’Annunzio di Pescara col professore Michele Di Sivo, ordinario di Tecnologia dell’Architettura. Il nostro Cicerone d’eccezione ci mostra quelle che a suo avviso, parlando naturalmente da esperto della materia, sono ” patologie strutturali rese critiche dalla non manutenzione nel corso degli ultimi venti anni”. Persino le ” semplici” ringhiere di ferro dove, ogni giorno da anni, scorrono le mani di docenti e studenti che si mostrano divorate da ruggine maleodorante “non sono riconducibili – ci spiega lo stesso professore – a riflessioni puramente estetiche come erroneamente spesso si pensa. Certo brutte da vedersi lo sono, ci mancherebbe – prosegue Di Sivo – ma qui il punto è un altro: ringhiere dove in venti anni non è mai stata passata una mano di vernice isolante e affini è di fatto una ringhiera destinata a cedere e peggiorare nella sua funzione strutturale”. Proseguiamo il tour tra le criticità, note e non, del polo universitario di viale Pindaro e ci soffermiamo su altri angoli che il professore ci mostra e soprattutto ci spiega: ” Vede quel ferro che spunta dal muro in più punti del balcone? Bene, anzi male: questi ferri non dovrebbero esser visibili così come quelle infiltrazioni che poco distanti hanno mangiato muri e soffitti, e ora fanno “bella” mostra di sé, hanno tutta l’aria di esser comparse non ieri o l’altro ieri eppure sono ancora lì”.  Il nostro sguardo viene attratto, a quel punto del tour, dal famoso Palazzo Micara: collocato alle spalle della Facoltà di Architettura, ospita da qualche settimana gli sfrattati della scala gialla di Lingue e questo dopo esser rimasto vuoto e inutilizzato per anni (nonostante un taglio del nastro con tanto di autorità e banda ) perchè privo del documento finale del più ampio fascicolo di agibilità. Il professore Di Sivo ci conferma tutto e fa di meglio: ci mostra le vetrate venute giù  l’inverno scorso sotto il peso della neve e mai sostituite.  Mentre ne parliamo e le filmiamo vediamo gli studenti passarvi sotto, sostarvi per una sigaretta o un caffè e non possiamo fare a meno di pensare al pericolo scampato visto che a sgretolarsi sono stati lastroni di metri e metri di grandezza e certamente del loro bel peso. ” Venga – mi dice il professor Di Sivo-, le mostro un ascensore fermo da cinque mesi, dal sottoscritto segnalato alla direzione e ancora oggi bloccato”. La nostra chiacchierata col professore potrebbe andar avanti per ore scrivendo interi capitoli di una pù lunga storia: ” La storia di soldi mai spesi, di una manutenzione mai fatta, di disagi visibili anche all’occhio meno esperto o distratto, di poca attenzione ad un bene pubblico che anche solo perchè simbolo di una istituzione, quale è un’università, avrebbe meritato più cure e attenzioni. E’ chiaro che ora ogni appalto oltre che necessario sarà costosissimo: seppure ne venissero predisposti immediatamente dieci arriverebbero comunque troppo tardi rispetto a segnalazioni datate e patologie architettoniche divenute critiche”. Mentre andiamo via il colpo d’occhio del corridoio dell’intero polo di viale Pindaro ci rimanda l’immagine della scala gialla ancora interdettta dal nastro rosso dei vigili del fuoco: qualche studente sbuffa per l’attesa del proprio turno d’esame, i docenti affiggono avvisi in bacheca e un paio di biciclette legate a dei pali anch’essi arrugginiti, proprio all’ingresso della Facoltà di Architettura, cadono a terra con fare quasi simbolico!


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