Il segnale, forte e chiaro c’è stato. Dopo le sconfitte di Livorno e Pro Vercelli, D’Aversa aveva chiesto ai suoi una prestazione convincente e soprattutto punti anche fuori casa. Sotto il primo profilo la squadra ha risposto con una gara di grossa personalità, giocata con rara intensità e corsa, forse la migliore prova disputata in trasferta, nonostante di fronte ci fosse un Crotone che proprio in casa aveva costruito le sue fortune (28 punti su 40 conquistati). Purtroppo l’impegno dei rossoneri non è stato premiato fino in fondo: nel finale i calabresi hanno trovato su punizione un pareggio altrimenti insperato. Rimane il merito di avere controllato per larghi tratti la partita: avere tirato molte volte in porta e non avere rischiato quasi nulla, al cospetto di una squadra viceversa molto brava nel sapere andare al tiro. Ma rimane anche una sorta di marchio di fabbrica della Virtus di questa stagione: l’incapacità di realizzare il secondo gol, subendo spesso il recupero dell’avversario, col risultato che l’1-1 di Crotone ha fatto arrivare il 18^ segno X in 36 partite, cioè la metà degli incontri per il Lanciano sono finiti in parità. Il lato positivo, naturalmente, è che le sconfitte sono poche (appena 8 – terza squadra dopo Carpi e Bologna), ma l’eccesso di pareggi non racconta che la classifica, peraltro già molto buona, sarebbe eccellente. Basta fare un conto semplice semplice: con 3 sconfitte in più e con altrettanti successi in carniere, la squadra di D’Aversa avrebbe comunque 3 punti in più, cioè 51: che è poi l’attuale limite playoff oltre ad essere, guarda caso, la stessa quota del Pescara che sabato giocherà al Biondi l’attesissimo derby della Liberazione.

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