In assoluto è considerata la più antica d’Italia tanto che è anche presa come modello di riferimento in altre città; ed è sicuramente tra le più suggestive : la processione del Cristo morto di Chieti che anche quest’anno ha richiamato decine di migliaia di persone. Un connubio di fede e di tradizione che si ripete da secoli con il lungo corteo che, al calar delle tenebre, esce dalla cattedrale di San Giustino per farvi ritorno due ore più tardi dopo avere attraversato strade e vicoli, stazionato per piazze e piazzette del centro storico, chiuso già dal primo pomeriggio di ieri. Da sempre la processione è organizzata dall’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti mentre dietro ai sette simboli della Passione, realizzati nel 1855 dall’artista teatino Raffaele Del Ponte, sfilano altre 13 confraternite di Chieti. E, insieme al lento incedere del lungo corteo, il momento di massimo impatto mistico ed emotivo è sicuramente rappresentato dalle note struggenti del Miserere di Saverio Selecchy, interpretato da coristi e musicisti diretti dai Maestri Loris Medoro e Peppino Pezzulo. Anche quest’anno la nostra emittente ha trasmesso, già nella serata del Venerdì Santo, a partire dalle ore 21, un ampio speciale dedicato alle Processioni più suggestive che si sono svolte in Abruzzo a cominciare da quella degli Incappucciati di Lanciano per passare a quella della Desolata di Teramo, proseguire con Pescara, L’Aquila e Sulmona, e chiudere con Chieti per la quale è stato chiesto l’inserimento fra i beni culturali immateriali riconosciuti dall’Unesco.

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