video » Walesa onora le vittime di Marcinelle

LECH WALESAUn saluto cordiale, breve ma intenso quello rivolto da Lech Walesa, l’ex Presidente della Polonia, alle vedove ed ai figli dei minatori abruzzesi che porsero la vita nel tragico incidente nella miniera di Bois du Cazier a Marcinelle in Belgio, avvenuto l’8 agosto del 1956. 262 le vittime soltanto 12 i superstiti il tributo più pesante lo pagarono proprio i minatori di Manoppello. “Siamo qui perche’ Walesa, Premio Nobel per la Pace, rappresenta una pagina storica del sindacato”. A sottolinearlo la parlamentare del Pdl Renata Polverini, a margine della cerimonia di consegna al fondatore di Solidarnosc’, il sindacato autonomo del Blocco Sovietico, del riconoscimento della ‘Lampada del Minatore’ che di anno in anno l’Ugl assegna a chi con il suo operato ha dimostrato di saper servire lo ‘spirito dei minatori di Marcinelle’. ” Walesa dopo aver deposto una corona nel piccolo Sacrario dei “Caduti di Marcinelle” nel cimitero di Manoppello ha voluto far visita nel Santuario del Volto Santo per pregare davanti l’immagine sacra del Cristo. Incontrando i giornalisti l’ex Presidente ha affermato: “Oggi nel mondo c’è bisogno di solidarietà, perché sono molteplici e complessi gli impegni che non si possono affrontare da soli: cerchiamo di analizzare le difficoltà che incontra la società e di trovare una solidarietà adeguata alla risoluzione di tali problemi”. ‘Soldarnosc’ – ha spiegato Walesa – ha insegnato ai polacchi che se non sei capace di alzare un peso da solo devi cercare un aiuto e la solidarietà degli altri per farlo. I ‘pesi’ da affrontare possono essere regionali, nazionali, europei e anche globali, e noi dobbiamo trovare i partner opportuni per fare in modo di superarli”. Alla domanda se sia più drammatico morire per il lavoro o per la libertà Walesa ha aggiunto ancora: “Non so qual e’ la differenza tra chi muore per il lavoro e chi per la liberta’. Se lo sapessi avrei già il secondo Nobel” . “La morte – ha proseguito – e’ comunque morte e quindi e’ scritta sia nella nostra fede sia nella nostra storia di vita. Certo, tutti cerchiamo di vivere piu’ a lungo, pero’, credo che la’, dall’altra parte non si sta cosi’ male perche’ nessuno vi fa ritorno”. “Credo che la scelta dell’Ugl abruzzese di portare qui il leader di Solidarnosc mostra come il nostro sindacato sia molto attento alle problematiche attuali partendo dal passato”, lo ha detto a Manoppello il segretario nazionale dell’Ugl, Giovanni Centrella a margine della commemorazione delle vittime di Marcinelle.


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