Corte dei Conti, Miele: “Troppo alto il costo della corruzione”

Irregolarità nella concessione di agevolazioni finanziarie da parte delle pubbliche amministrazioni, indebita concessione, o percezione di contributi per il sisma, illegittima erogazione di finanziamenti, illegittimi affidamenti di incarichi a terzi da parte delle amministrazioni pubbliche, assenteismo e illegittima erogazione di finanziamenti europei.

Le casistiche che hanno visto impegnata la sezione giurisdizionale della corte dei conti sono le più varie. Oggi l’inaugurazione dell’anno giudiziario della sezione guidata dal giugno scorso dal presidente Tommaso Miele. Che nella sua relazione ha ribadito il ruolo di baluardo della giustizia svolto dalla Corte dei Conti, ma a pesare sul Pil regionale resta la corruzione, mente gli enti locali sono ancora lontani dall’efficienza amministrativa che spesso scivola in errori contabili.

L’INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA SEZIONE GIURISDIZIONALE PER L’ABRUZZO DELLA CORTE DEI CONTI, TOMMASO MIELE:

Presidente Miele, qual è il bilancio per l’attività del 2016?

“E’ stato un anno caratterizzato per fattispecie molto particolari, ricorrenti le fattispecie di danni riguardanti la percezione di finanziamenti o cattivo utilizzo o indebita percezione di finanziamenti per la ricostruzione dopo sisma 2009, debiti fuori bilancio nascenti da situazioni che una più oculata amministrazione avrebbe potuto evitare, perché vuol dire che a monte non c’è stata un’accorta previsione dell’accantonamento della spesa. Poi, ancora, altra fattispecie è l’attribuzione d’incarichi conferiti a professionisti esterni della struttura amministrativa degli enti locali, in assenza dei presupposti previsti dalla legge per tali affidamenti di servizi, oppure una gestione di appalti, casi di informazione istituzionale e comunicazione con un Comune ritenuto che indebitamente impiegato risorse per fare comunicazione istituzionale senza rispettare i requisiti di legge”.

Presidente qual è lo stato di salute della pubblica amministrazione locale e quanto una cattiva gestione incide sulla vita sociale?

“Noi abbiamo il ‘termometro ‘ per dire la nostra su una sana e oculata gestione delle risorse pubbliche, anche in termini di equilibrio dei conti pubblici, sicuramente non possiamo dirci soddisfatti, perché in tantissimi casi se si considera che noi per altro condanniamo la responsabilità amministrativa, che si configura solo in caso di dolo o cola grave, quini dc’è anche un’area di impunità legata alla mera colpa, possiamo dire che in caso di dolo o colpa grave (quindi o gestione volontariamente in maniera indebita di risorse pubbliche, o con grave negligenza), c’è ancora una vasta area, per cui l’amministrazione pubblica deve tornare a essere un’amministrazione di servizio e non di potere, invece in tanti casi anche le amministrazioni locali si caratterizzano per essere di potere e quindi gestione di risorse pubbliche per finalità non proprio allineate con i fini istituzionali dell’ente”.

Tanto lavoro a fronte di una forte carenza di personale?

“Ho già denunciato più volte in sede governativa la gravissima scopertura di organico, con cui dobbiamo convivere. Su un organico di 610 magistrati oggi ne abbiamo in servizio poco più di 400, soprattutto dopo i pensionamenti di fine 2015 e nel corso 2016 con ulteriore aggravamento del vuoto d’organico. La politica ai livelli più alti, quindi il Governo, deve decidere se vuole una Corte che funzioni: non basta prevedere le funzioni senza prevedere il rafforzamento dell’organo. La Corte dev’essere messa in condizione di svolgere adeguatamente ed efficientemente le funzioni che la Costituzione le affida”.

Proprio su questo fronte è previsto l’arrivo di 33 magistrati che saranno assunti in tutta Italia tramite concorso, ma sarà poco più che “acqua fresca”, in quanto i 33 magistrati andranno a garantire il mantenimento dell’organico al “minimo sindacale”. Personale ridotto al minimo, con 3 magistrati soltanto, anche nella sezione Giurisdizionale d’Abruzzo, stesso discorso per quella di Controllo. Nonostante la carenza di organico, buoni i risultati perseguiti nel 2016. Il presidente della sezione giurisdizionale Miele, ha ribadito che la Corte dei Conti non deve spaventare gli amministratori pubblici: “I buoni amministratori che non hanno scheletri nell’armadio non devono temere la Corte, che dev’essere vista come un baluardo di legalità. Resta un vero e proprio “cancro” sociale quello della corruzione, che ha un costo economico non indifferente, anche fino a 2-3 punti di Pil. Anche se, per Miele, “non è possibile quantificare con certezza il costo della corruzione, questa incide in altri termini: ad esempio per il mancato investimento di soggetti stranieri nel Paese. Al “cancro” della corruzione si deve rispondere con una “maggiore liberalizzazione; se c’è potere in capo a un un funzionario, o se c’è sperpero di risorse pubbliche, vuol dire che può esserci corruzione”.

IL SERVIZIO DEL TG8:

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