La Perdonanza celestiniana è la candidata ufficiale nazionale a patrimonio immateriale dell’Unesco per l’Italia. Una data e un luogo adesso finalmente ci sono: la Convenzione internazionale di Bogotà, in Colombia, dal 9 al 14 dicembre.
Sarà quello il momento in cui finalmente arriverà il responso sulla candidatura della Perdonanza, che potrebbe questa volta ricevere il riconoscimento atteso e inseguito da tre anni. Il dossier Perdonanza è stato approvato, quindi superata la parte istruttoria preliminare. Sarà la Perdonanza celestiniana questa volta la prescelta dalla convenzione internazionale di Bogotà? La certezza assoluta certamente non c’è ancora, ma dopo essere stata sconfitta lo scorso anno dalla pizza napoletana, questa volta la strada per la Perdonanza sembra tracciata positivamente. Questa mattina il Comitato perdonanza è a Roma, al Mibac, proprio per delineare insieme ai funzionari l’iter tecnico da seguire da qui a dicembre. Un responso atteso non solo dall’Aquila, che ospita la bolla celestiniana e la prima Porta santa della storia del cristianesimo – quella della basilica di Collemaggio – ma anche di tutti i territori attraversati dalla bolla e dal messaggio celestiniano: un itinerario tradizionale che parte dall’Eremo di Sant’Onofrio, alle pendici del Monte Morrone a Sulmona, e attraversa numerosi paesi della valle Subequana, giungendo nel centro della città dell’Aquila, nel quale si snodano i momenti culminanti del “Corteo della Bolla” e dell’attraversamento rituale della cosiddetta “Porta Santa”.
Una tradizione che si tramanda da 725 anni, punto di riferimento per i cristiani d’Italia e del mondo. La notizia dell’esito positivo per l’Italia all’ultimo Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio immateriale è emersa ieri, con la pubblicazione sul sito ufficiale Unesco dell’adozione della lista delle candidature che verranno esaminate nella prossima sessione a Bogotà. Per l’Italia, oltre alla Perdonanza celestiniana, ci sono anche la Transumanza (con Austria e Germania) e l’Alpinismo (con Francia e Svizzera). La Perdonanza però, questa volta non ha concorrenti dirette, in quanto l’Italia l’ha scelta come progetto unitario per la candidatura specifica dell’ambito antropologico e culturale.
Le altre due candidature sono transnazionali e riguardano ambiti diversi.
Il percorso della candidatura della Perdonanza è stato coordinato e istruito dall’ufficio Unesco del segretariato generale del Mibact, e da anni impegna la cittadinanza e le istituzioni locali e si è concluso con la presentazione ufficiale del dossier nazionale al segretariato Unesco di Parigi, la cui valutazione è attesa appunto a fine anno.
Possiamo essere felici del lavoro fatto – commenta da Roma Massimo Alesii del comitato Perdonanza – ma la facoltà del voto spetta soltanto all’Unesco.
Insomma, prima di festeggiare è meglio attendere il responso di dicembre.