Il progetto di consolidamento strutturale e ammodernamento architettonico del ponte Belvedere non si farà. O meglio, non si farà quello redatto dallo studio d’ingegneria toscano Romolini, che lascia l’incarico di progettazione “perché i fondi sono insufficienti”.
Gli ingegneri di Arezzo nel 2016 si erano aggiudicati lo studio di sicurezza e progettazione, ma ora “l’incarico professionale” è stato “risolto”, chiuso, come riporta il quotidiano Il Centro. E’ quanto è scritto in una determinazione dirigenziale del settore Ricostruzione opere pubbliche, datata 19 febbraio, che in sostanza riporta una “risoluzione consensuale” del contratto tra lo studio ingegneristico e il Comune dell’Aquila. Alla base del “divorzio” c’è l’importo del finanziamento.
Con una comunicazione Pec inviata il 5 ottobre scorso, lo studio Romolini ha comunicato, infatti, l’impossibilità di proseguire l’incarico a causa “dell’importo del finanziamento non sufficiente a garantire la copertura dell’intervento”. Si dovrà dunque ricominciare tutto da capo, con una nuova gara d’appalto per affidare nuovamente il progetto. Intanto, però, il Comune dell’Aquila dovrà rimborsare lo studio del lavoro fatto sino a questo momento, e ai professionisti riconosce “oltre 3.500 euro”.
Meno di un anno fa – a ridosso del crollo del ponte Morandi a Genova, che suscitò preoccupazione per la tenuta di alcuni viadotti e ponti anche in Abruzzo, e fra questi il ponte Belvedere – il Comune si disse pronto a partire con l’aggiudicazione della gara d’appalto dei lavori.
Dopo 9 anni partiranno finalmente i lavori di un nodo stradale fondamentale per la città – aveva detto l’assessore alle Opere pubbliche Guido Quintino Liris,
che però dopo la risoluzione dell’incarico resta irraggiungibile, lasciando la questione senza una risposta. Risposta che tutta la città sta aspettando ormai da 10 anni, essendo il ponte un collegamento importante che, rimanendo precluso, divide in due la città. I lavori avrebbero dovuto riguardare il consolidamento della campata, il tratto cioè lineare del ponte dove poggia la strada, che si sarebbe dovuto ricostruire in acciaio, e non i piloni. I danni causati al ponte dal terremoto non hanno compromesso, infatti, la sua tenuta strutturale, ma hanno determinato una lesione di taglio e lo spostamento lieve del sistema di appoggio L’incarico venne aggiudicato in via definitiva allo studio Romolini nel giugno 2016 “in ragione di un ribasso d’asta pari al 73.77%, per un importo complessivo di 25.269 euro oltre oneri contributivi e fiscali”, importo poi aumentato fino a 2 milioni di euro in ragione di una nuova proposta progettuale consistente, appunto, “nella sostituzione della campata centrale in acciaio e calcestruzzo armato”.
Ora la risoluzione del contratto potrebbe riaprire il dibattito sull’abbattimento di un ponte ormai vecchio (costruito tra il 1967 e il 1969), idea avanzata dall’ex amministrazione comunale, con l’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano che propose di ricostruire il ponte ex novo, con una struttura snella di acciaio e un design architettonico moderno.