“Non sono le strade a essere pericolose, è la guida che dev’essere adeguata al fondo che trovi”. A dirlo, dopo l’ennesimo incidente sulla Statale 80 “del Gran Sasso d’Italia”, conosciuta come strada delle Capannelle, è tra le più frequentate e amate dai motociclisti, è il presidente dell’associazione Motociclisti aquilani, Massimiliano Marifiamma.
Ieri in un frontale fra moto avvenuto nel tratto di Ss 80 del Comune di Pizzoli una persona ha perso la vita; il giorno precedente tra Arischia e Campotosto un motociclista ha perso il controllo della sua moto finendo all’ospedale. Oltre un mese fa un motociclista ha prima investito un gruppo di ciclisti e poi è morto. E il terrore di una nuova stagione di sangue sulla “Statale maledetta” comincia a farsi strada.
Per Marifiamma “c’è bisogno che i motociclisti siano sempre attenti e concentrati, ci vuole la giusta formazione e tanta esperienza sulla strada. La formazione che si fa in questo momento per prendere la patente è educativa per quanto riguarda la segnaletica, ma non tiene conto delle tecniche di guida che sono fondamentali: capire come funziona la moto, i tempi di reazione, come ci si comporta con determinati fondali o come si affronta una curva. Ci sono tecniche di guida che salvano la vita ma purtroppo è un aspetto sottovalutato”.
Una strada, quella cosiddetta “delle Capannelle”, affrontata spesso come un circuito di gara.
“Una strada bellissima non abitata dopo Arischia e fino al valico verso il Teramano, ma non è una giustificazione – aggiunge Massimiliano Marifiamma, motociclista da una vita – si vedono centauri difficilmente definibile come tali: quella strada è una delle più frequentate in assoluto e quando vediamo un frontale fra moto o altri mezzi significa che uno dei due ha invaso l’altra corsia. A che vantaggio correre tanto, mettendo a rischio tutti gli altri?”.