Teramo: al Mazzini apre la sala relax per pazienti di Oncologia

All’ospedale Mazzini di Teramo apre la sala relax per pazienti e parenti del reparto di Oncologia. Di Giosia: «Grazie a associazione “Morena una farfalla per sempre”»

Inaugurata oggi, venerdì 15 novembre 2024, la sala relax per i pazienti e i parenti del reparto di oncologia dell’ospedale di Teramo. È l’ultimo tassello del più ampio progetto finalizzato all’umanizzazione in Oncologia.
La sala, chiamata “Un angolo per noi”, è arredata con poltrone, un divano, un impianto stereo con cuffie e una libreria.

«Uno spazio di socializzazione e di attesa, in un’atmosfera più rilassante rispetto a quella delle camere di degenza dotato anche di una libreria dove poter anche scambiare libri e di un impianto stereo con cinque cuffie wireless con cui ognuno può ascoltare la musica preferita», spiega il direttore della Uoc Katia Cannita.

La sala relax è aperta tutti i giorni dalle 8 alle 22. A rendere possibile tutto questo è stata l’associazione “Morena, una farfalla per sempre” che già più volte ha fatto donazioni alla Asl volte all’umanizzazione dell’ospedale.

Oggi alla informale cerimonia di inaugurazione erano presenti il direttore generale Maurizio Di Giosia, il direttore del presidio Carlo Di Falco, il direttore del dipartimento oncologico Carlo D’Ugo, quello del reparto e il personale. A rappresentare l’associazione, a cui è stata consegnata una targa di ringraziamento, le due professioniste che per conto di “Morena una farfalla per sempre” fanno parte del progetto di
umanizzazione in Oncologia: la psiconcologa Lisa Reginelli e la nutrizionista Gabriella Scarpone.

Il direttore generale ha ringraziato l’associazione presieduta da Giovanni Signorile.

«Un’associazione che da tempo è vicina a noi e ai malati oncologici. Supportare progetti volti all’umanizzazione in Oncologia è importante perché ormai il paziente è inteso non solo come portatore di patologia ma come persona con esigenze fisiche, funzionali, emotive e relazionali. L’approccio alla progettazione degli ambienti socio-sanitari dunque non va più inteso solo in funzione della cura delle malattie, ma deve essere in grado di collegare le istanze di umanizzazione al fine di migliorare le condizioni psicoemotive di pazienti, familiari e personale sanitario.»

Non a caso sui muri del reparto sono appesi dei dipinti per migliorare la percezione dello spazio di cura grazie all’associazione “Viva” che ha sostenuto le spese di realizzazione del progetto.

Anna Di Giorgio: