Per l’Epifania, secondo una stima di Cna, nelle calze della Befana sono in cresciti i dolci artigianali tipici delle regioni, accompagnati dall’immancabile carbone
Si dice che «l’Epifania tutte le feste porta via» ed è un dato oggettivo che l’arrivo della Befana chiuda effettivamente il periodo delle celebrazioni legate al Natale. Da festa pagana, l’Epifania è diventata festa cristiana e poi festa dei bambini per eccellenza con la tradizionale calza riempita soprattutto di dolciumi.
E a proposito di doni da metter nella calza, quest’anno c’è da registrare una predilezione per i prodotti tipici artigianali, secondo quanto rivelato da un’indagine condotta da Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa.
Immancabile nella classica calza della Befana, destinata ai più piccoli, è l’immancabile carbone dolce, una ricetta diffusa di recente negli anni del boom economico ma radicata in tradizioni pre-cristiane. Ben prima che si diffondesse il carbone dolce, per l’Epifania si producevano dolci speciali. Una tradizione ripresa massicciamente da qualche anno e quest’anno ancora più evidente, secondo l’analisi di Cna, che in Abruzzo e in Molise individua i pepatelli come dolci tipici dell’Epifania, che prendono il nome da un ingrediente alquanto insolito in un dolce: il pepe nero, aggiunto in modica quantità a farina, cacao, miele, mandorle e buccia d’arancia.