Partecipazione in crescita per il grande torneo di Stù, che anche quest’anno si conferma uno degli appuntamenti più attesi del periodo natalizio a Montorio al Vomano
Lo Stù, antico gioco di carte profondamente radicato nella tradizione locale, anima da generazioni l’intero paese con tornei e partite disputate in case, bar, taverne e ristoranti. Tra risate, scherzi e un’atmosfera goliardica, il gioco trasforma ogni tavolata in un’occasione di socialità e divertimento.
Quest’anno il torneo ha raggiunto la sua XV edizione e come da tradizione, dopo una lunga fase di qualificazioni durata circa un mese, con oltre 4500 partite di qualificazione, si è svolta l’attesissima finale, seguita da un pubblico vasto e appassionato, anche grazie alla diretta streaming curata da Rete8. L’organizzazione dell’evento è dell’Associazione Il Colle e il Solleone, che da sempre unisce tradizione e solidarietà.
Anche in questa edizione, i proventi delle puntate raccolte durante il torneo sono stati destinati a un’importante causa benefica: il finanziamento della ricerca contro il cancro promossa dalla Fondazione AIRC.
Ad aggiudicarsi il titolo di campione della XV edizione Grande Torneo di Stù è stato Antonio Menaguale.
Il successo di questo gioco, di facile apprendimento, è racchiuso proprio nel riconoscimento dei comportamenti vitali di ognuno, fatti di imprevisti, casualità ma anche di opportunità. La tavolata di giocatori può essere ricondotta alla rappresentazione della società civile, al cui interno è presente tutta l’eterogeneità del genere umano. Ci sono i brutti ceffi, le persone che vivono ai margini della società, rappresentate dalle carte più basse: la Nulla, la Secchia, il Mascherone, il Leone, da cui tutti fuggono. Sono presenti anche le persone facenti parte del ceto medio, riconoscibili nelle carte numerali da I a X, che, se nessuno le disturba, vivono tranquillamente la loro vita nella società civile; nel gioco, se ne starebbero indisturbate in attesa della conclusione della mano, ma, come accade nella realtà di tutti i giorni, possono essere coinvolte in situazioni inaspettate, non volute, e a volte sono costrette a scambiarsi di posto con Nulla, Secchia, Mascherone e Fu.
Tutte le persone presenti nella società (nello STU’ i giocatori) hanno la possibilità di dare una svolta al proprio destino (nel gioco attraverso il passo), a volte con successo (col passo ricevono una carta migliore) altre volte pagando duramente il rischio corso (imbattendosi nei trionfi).
Ma, come nella vita, anche lo STU’ offre l’opportunità di ricominciare da capo per raggiungere lo scopo che ciascuno si è posto e che nel gioco è il montepremi finale: attraverso la ricompra e, a fine partita se la fortuna assiste gli esclusi, attraverso il rientro di tutti se “s’argod”, ossia se si verifica quella particolare situazione per cui tutti i giocatori precedentemente esclusi hanno la possibilità di rientrare in gioco.
Il gioco dello STU’ è semplice: è un gioco a eliminazione, in cui ciascun giocatore versa una posta al piatto e ha l’obiettivo di aggiudicarsi il montepremi formato dalla somma delle poste. A ogni giro di carte, il possessore della carta peggiore paga pegno, consegnando al mazziere una delle tre pedine in suo possesso. Chi alla fine del gioco rimane in possesso di almeno una pedina si aggiudica lo STU’.