A Chieti approfondimento e dibattito sul referendum di cittadinanza, approvato dalla Corte Costituzionale, che prevede il dimezzamento dei tempi di attesa, da 10 a 5 anni, per chiedere la cittadinanza italiana
Lo scorso 20 gennaio la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili cinque richieste di referendum abrogativo, tra cui quello sulla Cittadinanza italiana, che prevede un dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia di un cittadino straniero e maggiorenne, che voglia inoltrare domanda di concessione della cittadinanza italiana.
Anche Chieti si prepara a dire sì al referendum, intensificando il confronto e la mobilitazione per arrivare preparati all’appuntamento dell’istituto giuridico di democrazia diretta, che mira a costruire un’Italia più inclusiva.
Per questo, lo scorso sabato, il Circolo Arci Fictio di Chieti in via Armellini, ha ospitato l’incontro dal titolo “Referendum di Cittadinanza – L’Italia di chi la vive”, promosso dal Partito Democratico e dai Giovani Democratici di Chieti, che hanno riunito esperti, attivisti e rappresentanti istituzionali, tra cui Alba Lala (segreteria generale CoNNGI, il coordinamento nazionale delle nuove generazioni italiane) e Simohamed Kaabour (docente e consigliere comunale di Genova).
Obiettivo dell’evento è stato riflettere sulle implicazioni sociali, culturali e politiche del referendum, con particolare attenzione al futuro di migliaia di persone che, pur contribuendo alla crescita dell’Italia, non vedono riconosciuta la propria cittadinanza.
Il tema tocca direttamente il concetto di identità nazionale e giustizia sociale, in un contesto caratterizzato da bassa natalità e dalla necessità di valorizzare nuove energie per arricchire il tessuto sociale.
Il Partito Democratico di Chieti sottolinea come la cittadinanza sia legata a storie di vita radicate nel territorio, capaci di giustificare un’appartenenza al Paese. I Giovani Democratici, dal canto loro, ribadiscono l’importanza di riconoscere i diritti di chi costruisce il futuro dell’Italia senza ancora avere accesso a pieno titolo alla comunità nazionale, evidenziando il ruolo delle nuove generazioni nel promuovere un’Italia accogliente e un’Europa senza barriere.