Chieti: con l’auto nel canale, aperta l’inchiesta per la morte di Martina

Aperta un’inchiesta per la morte della 26enne finita con l’auto in un canale di bonifica a San Giovanni Teatino: la Procura dovrà attestare le responsabilità per il guard rail mancante

Per la morte di Martina Vichayte la Procura di Chieti ha aperto un fascicolo d’inchiesta che servirà ad accertare le responsabilità di un incidente che per la 26enne ucraina, nata a Kiev e residente a Chieti da 18 anni, si è rivelato fatale.

L’INCHIESTA DELLA PROCURA DI CHIETI
Il pubblico ministero Anna Campo, titolare dell’inchiesta, dovrà chiarire se il guard rail mancante sul tratto di strada inquisito, avrebbe potuto salvare la vita alla ragazza, uscita fuori strada con la sua auto, mentre rincasava da una notte trascorsa con gli amici in discoteca.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Tutto è accaduto la notte di San Valentino: Martina, una laurea in Scienze del turismo alla Sapienza di Roma che l’aveva portata a lavorare nel settore alberghiero, trascorre la serata di venerdì in un locale di Pescara vecchia, per poi rincasare intorno alle 4,30. Su via Aterno però, nella zona industriale di Dragonara a San Giovanni Teatino, la sua Fiat 500 esce fuori strada per cause ancora da chiarire, finendo nel fosso di bonifica che interseca l’asse attrezzato. Nessun segno di frenata sull’asfalto, solo l’erba schiacciata che indica chiaramente la traiettoria dell’auto fuori controllo, inghiottita dalle acque del canale, riempito dalle abbondanti piogge di quelle ore.
Martina, nella sua casa di Chieti, non tornerà più.

LA DENUNCIA DI SCOMPARSA E IL RITROVAMENTO
La mattina di sabato, mamma Karolina, allarmata per l’assenza della figlia e per il silenzio del suo telefonino che non squilla, inizia a contattare gli amici con i quali la figlia aveva trascorso la serata in discoteca: della 26enne però nessuno sa nulla. La denuncia di scomparsa viene formalizzata sabato sera e le ricerche partono proprio da San Giovanni Teatino, dove il cellulare di Martina è stato agganciato per l’ultima volta. Poi, domenica mattina, l’allarme lanciato da una donna del posto, che mentre fa jogging, nota una macchina riversa nel canale di bonifica.

Il luogo transennato in cui l’auto di Martina è finita nel canale di bonifica

I SOCCORSI
I soccorsi si attivano immediatamente e via Aterno si riempie di forze dell’ordine, Polizia, carabinieri, vigili, 118 e Vigili del fuoco, che lavorano al complicato recupero dell’auto. Arrivano anche il questore di Chieti Aurelio Montaruli e il sindaco di San Giovanni Teatino, Giorgio Di Clemente.
Nessuno lo dirà, per non scacciare la speranza di una smentita, ma i primi indizi portano da subito a far coincidere il dubbio alla certezza che in quella Fiat 500 ci sia proprio Martina Vichayte.
La targa e il documento nella borsa della 26enne, ancora sul sedile di guida con la cintura allacciata, confermano ogni cosa.
Subito vengono acquisite le immagini della telecamera di videosorveglianza di un’azienda d’abbigliamento di fronte al canale, da cui potrebbero emergere elementi utili a chiarire la dinamica dell’incidente.

L’AUTOPSIA
All’autopsia sul corpo di Martina, che sarà affidata al medico legale Pietro Falco, il compito di chiarire le cause del decesso.

LE RESPONSABILITÀ PER IL GUARD RAIL MANCANTE
Agli inquirenti invece quello di accertare le responsabilità dell’assenza di un guard rail su un’area in cui le competenze del Consorzio industriale, della Bonifica e del Comune sembrerebbero intrecciarsi confusamente.