Ordigni inesplosi, l’informazione parte da Giulianova, che ospiterà il primo evento nazionale della campagna di sensibilizzazione sul tema.
L’incontro per mettere in guardia contro il potenziale pericolo degli ordigni bellici inesplosi si svolgerà al Kursaal di Giulianova, nella mattina di sabato 17 ottobre. L’evento è ideato e organizzato dalla onlus ANVCG, Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, e patrocinato dal Comune. La città è stata scelta proprio per ricordare i pesanti bombardamenti che ha subito nei due conflitti mondiali. Alla manifestazione sono state invitate tutte le scuole medie e superiori della provincia di Teramo, alle quali il progetto è dedicato. Le motivazioni che hanno spinto l’associazione a promuovere l’iniziativa si basano sulla triste consapevolezza che mine e ordigni bellici possono ancora uccidere e ferire tante persone in tutto il mondo, come sostiene l’ONU che alla lotta alle mine inesplose ha anche dedicato una Giornata Mondiale, il 4 Aprile di ogni anno. Tre su quattro sono vittime civili, adulti e soprattutto bambini che per sbaglio o per curiosità azionano i micidiali congegni, anche anni e anni dopo la fine di una guerra.
“Anche se in Italia l’ultimo conflitto bellico risale ormai a 70 anni fa, questo tema è purtroppo ancora attuale anche nel nostro Paese, visto l’elevatissimo numero di ritrovamenti e di incidenti che accadono ancora oggi su tutto il territorio nazionale. Ogni anno in Italia vengono rinvenuti oltre 60.000 ordigni (dati del Ministero della Difesa), principalmente della seconda guerra mondiale, che nel 2013 hanno causato 11 gravi ferimenti e altri 3 nei primi mesi del 2014”.
Il riferimento è al marzo dello scorso anno e al ferimento di tre giovani a Novalesa, nel torinese: due di loro hanno perso la vista (il primo anche la mano) a causa dell’esplosione di un ordigno trovato in un campo. Nel gennaio 2014 un agricoltore di Belluno si ferì gravemente al volto e alle mani a causa dell’esplosione di un ordigno colpito mentre stava zappando la terra. Anche il presidente dell’associazione, Giuseppe Castronovo, è stato vittima di uno di questi ordigni all’età di nove anni, nel 1944, a causa dell’esplosione di una penna bomba:
“E’ doloroso ed inaccettabile che a distanza di 70 anni dalla fine della guerra – afferma il Castronovo – altre persone, altri giovani, possano avere il mio identico destino. Chi si imbatte oggi in un ordigno bellico talvolta lo scambia per un oggetto di uso comune – un lumino, un giocattolo, una penna – oppure lo ritiene innocuo, magari un reperto da collezionare, pensando che a distanza di tanti anni abbia perso la capacità di detonare. Con una corretta informazione sulla pericolosità di questi ordigni, se manipolati da personale non specializzato, molti incidenti potrebbero essere evitati. E’ questo è l’obiettivo della campagna, che oggi si rivolge a tutti e che nella seconda fase interesserà anche le scuole”.