La vicenda del mare inquinato agiterà il consiglio comunale previsto per domani alle 16.00 a Pescara. La domanda è: cosa emergerà dalla seduta straordinaria dedicata all’inquinamento del mare?
Cosa che non sia già stato detto, scritto o comunicato? Chiarito no, qualche tassello manca ancora, e allora forse è questo che ci si attende dall’assise straordinaria del Consiglio comunale di Pescara, convocato domani pomeriggio in merito alla vicenda dello sversamento in mare di 30.000 metri cubi di liquami fognari. Secondo l’opposizione il consiglio dovrebbe concludersi con le dimissioni del sindaco Alessandrini, accusato di aver tradito la fiducia del territorio, e di non aver saputo affrontare né l’emergenza, né la comunicazione dell’emergenza. Dice Armando Foschi, autore del primo esposto in Procura:
“Noi saremo presenti per chiedere chiarezza sul comportamento gravemente omissivo tenuto dal sindaco, facendo appello al senso di responsabilità di tutti i consiglieri comunali affinché portino avanti la mozione di sfiducia. Domani ci aspettiamo le dimissioni del sindaco Alessandrini; se non arriveranno, come supponiamo, si percorrerà la strada della sfiducia e, nel frattempo, si ribadisce la richiesta di istituire una Commissione speciale d’indagine, presieduta da un consigliere di minoranza, con ampi poteri, al fine di acquisire tutti gli atti inerenti il caso per una ricostruzione fedele e veritiera della vicenda con l’accertamento delle eventuali responsabilità”.
Un consiglio che si annuncia parecchio movimentato, quello di domani pomeriggio a Pescara, visto che ha annunciato la propria partecipazione anche il comitato formato dai “genitori dei bambini infettati da acque inquinate”. In aula, oltre alla relazione medica, arriveranno anche i resoconti degli avvocati dello staff che forniranno dettagli sulla casistica analizzata. Dunque la faccenda è ancora di stretta attualità; e se da un lato c’è la politica a cavalcare la gestione – forse un po’ scomposta – dell’emergenza da parte degli enti preposti, dall’altra ci sono i cittadini che vogliono ancora sapere dove e in cosa hanno fatto il bagno. Certo, pretendere oggi che l’acqua del mare pescarese diventi immacolata e trasparente forse sarebbe eccessivo e anche ingenuo, ma chiedere trasparenza almeno sulla documentazione che ne attesta lo stato, è il minimo sindacale che residente o un turista possano legittimamente aspettarsi.