Il 24 novembre il Tribunale di Pescara dovrà stabilire se il consigliere Domenico Pettinari ha riportato fatti autentici a proposito dell’acquisto di una palazzina da parte della Asl di Pescara, pagata a peso d’oro secondo i pentastellati.
L’annuncio è di qualche mese fa – destinare i risarcimenti dei danni provenienti dalla cause per diffamazione alla realizzazione di opere pubbliche, ma il proposito non ha ancora avuto modo di essere realizzato. Una delle occasioni potrebbe arrivare dalla denuncia presentata nei confronti del consigliere 5 stelle Domenico Pettinari. O almeno è quello che spera il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che accusa Pettinari, accusato di averlo di avere esposto in maniera diffamatoria i contenuti dell’interpellanza sull’acquisto del palazzo d’oro della asl di Pescara. E mentre D’Alfonso chiedeva un risarcimento danni di 200.000, Pettinari replicava di non essere affatto preoccupato e stigmatizzava l’insofferenza di D’Alfonso verso la critica politica. In attesa dei risvolti giudiziari, la querelle non perde di attualità e torna in primo piano sulle pagine di giornale. Oggetto del contendere è la vicenda che ruota attorno all’acquisto, da parte della Asl, di una palazzina situata in via Rigopiano, a Pescara, comprata praticamente a peso d’oro secondo i consiglieri del Movimento 5 Stelle. Uno presunto spreco da 6,8 milioni di euro che era finito anche su Striscia la notizia. Quasi tre milioni per l’acquisto del palazzo, e poco meno di quattro per ristrutturarlo. La vicenda è finita in tribunale, e il prossimo 24 novembre il giudice Federica Colantonio dovrà stabilire se Pettinari ha riportato fatti autentici.
“La cospicua richiesta di risarcimento danni – aveva dichiarato Pettinari – solo per aver portato alla luce alcune criticità di questo investimento sbagliato in una conferenza stampa, oltre 6 milioni di euro per un immobile che l’anno prima era costato al proprietario circa 900mila euro”.