“Muffa nelle mozzarelle”, guai per gli Allegrino, Angelo e il figlio Luciano, gli imprenditori di Lanciano accusati di aver commercializzato alimenti spacciati come genuini.
L’accusa è già di per sé grave, associazione a delinquere, ma viene ulteriormente appesantita dal sospetto di vendita di alimenti spacciati come genuini. A finire nei guai è l’imprenditore lancianese Angelo Allegrino, 72 anni, che nei prossimi giorni dovrà chiarire la propria posizione davanti al gup del tribunale di Campobasso. Insieme ad Allegrino sono accusati il figlio Luciano e Rosina Grignuoli, rappresentante legale del caseificio. Tutto cominciò dall’ispezione che la Forestale e il Nucleo di polizia ambientale effettuarono nel caseificio Allegrino, nel 2012. In quell’occasione, secondo l’accusa, sarebbe venuto alla luce il pessimo stato di igiene riscontrato nei luoghi di produzione delle sostanze alimentari: muffe, insetti morti e ruggine su macchinari utilizzati per le mozzarelle. L’incartamento relativo all’indagine venne trasferito da Lanciano al Tribunale di Campobasso, competente territorialmente in quanto lo stabilimento è situato nella provincia molisana. L’ipotesi accusatoria si basa sulle diverse attività associative che Allegrino padre e figlio avrebbero messo in campo per la distribuzione e la vendita dei prodotti lattiero-caseari.