Caccia Abruzzo, sfiorato dai proiettili ciclista di Lanciano

cacciatore1

Si è aperta la stagione della caccia in Abruzzo, sfiorato dai proiettili un ciclista di Lanciano. L’uomo stava pedalando lungo la salita verso Rapanice, nel territorio di San Vito chietino.

L’ha scampata bella il ciclista di Lanciano che ieri ha sentito il fischio dei proiettili sfiorargli letteralmente la testa. Non è stato l’ennesimo incidente di caccia, ma poco c’è mancato. Così ha deciso di raccontare tutto sia per invitare alla prudenza gli amanti delle doppiette che per informare chi di dovere che in giro c’è gente che spara ai caprioli, nonostante sia vietato – almeno per il momento. L’uomo di Lanciano, che ha subito raccontato l’accaduto ai carabinieri, ha detto di aver sentito gli spari mentre, in sella alla sua mountain bike, stava percorrendo la salita che conduce a Rapanice, un sentiero molto frequentato nell’area di San Vito chietino, non lontano da quello che dovrebbe-dovrà essere la lunga pista ciclabile interregionale. Ad un tratto, chinato sulla bici per affrontare meglio la salita, l’uomo ha avvertito il passaggio del primo proiettile e poi di un secondo che ha terminato la sua corsa nel fusto di un albero. Il ciclista, conoscitore di armi e pallini perché frequentatore di un poligono, ha subito capito che si trattava di cacciatori, quindi si è gettato a terra per non fare la fine di quella che probabilmente avrebbe dovuto essere le vera preda, il capriolo che ha visto fuggire terrorizzato inseguito da un cane da caccia. Il fatto che il ciclista si trovasse in territorio di caccia – la stagione venatoria si è aperta da pochi giorni – non implica certo che i cacciatori, anche se in regola, possano sparare a tutto quello che si muove indistintamente, per questo il ciclista ha deciso di lanciare l’allarme. L’incidente mancato, oltre a far ricordare altri casi simili finiti invece in tragedia, riapre la discussione sulla polemica relativa alla presunta apertura della caccia a cervi e caprioli, oggetto di una recente modifica del regolamento regionale. La decisione, motivata dall’assessore regionale Dino Pepe come mera necessità di censimento, è vista come come prodromo al via libera all’abbattimento dalle associazioni ambientaliste e animaliste e dall’esponente di Rifondazione Maurizio Acerbo.

“La Regione Abruzzo – ha precisato Pepe – non ha aperto o autorizzato nessuna caccia a caprioli o cervi ma ha semplicemente recepito, attraverso il regolamento, le modalità di censimento degli stessi predisposti dall’Ispra, cioè dal ministero dell’Ambiente”.

Pepe, che ha la delega alla caccia, ha aggiunto che che non si tratta di un via libera agli abbattimenti, ma solo la “necessaria e puntuale azione di censimento e monitoraggio del numero di caprioli e cervi, per conoscere con precisione in quali territori insistono, in che rapporto siano rispetto ad altre specie come il cinghiale”. Le associazioni ribattono che in realtà le conseguenze della conta degli ungulati potrebbero tramutarsi in “prelievo venatorio”, come l’ha definito lo steso Pepe, ossia puro e semplice sfoltimento autorizzato a beneficio dei cacciatori.