Sarà inaugurata sabato prossimo a Pescara, a 10 anni dalla scomparsa, la mostra di venti opere dell’artista Edolo Masci, tra i protagonisti italiani dell’arte figurativa della seconda metà del ‘900.
Dopo la recente inaugurazione ufficiale, il 20 settembre scorso, della Sala Edolo Masci nel Palazzo della Provincia di Pescara, voluta dal Presidente Antonio Di Marco e dall’art operator Piera di Nicolantonio, sempre a Pescara la Galleria Margutta di Leda Recchilongo rende omaggio a quest’artista legato alla sua terra, l’Abruzzo, da lunghi e importanti sodalizi.
In occasione della mostra, inaugurata sabato 15 dicembre alle ore 18 saranno presentate circa venti opere tra acquerelli, anche di grandi dimensioni, dipinti e sculture, dai primi anni ’70 fino ai primi 2000. Si potranno vedere, quindi, opere che raccontano la sua storia di uomo e pittore, dagli acquerelli raffiguranti Conchiglie e quelli della serie Blu Callipigia, ai dipinti Casa rossa, Davanzale, Sireneide e La Mela, dalla scultura di legno, Luna (anni ’70), alle piccole e piccolissime sculture in bronzo del 1988 che l’amico poeta Valentino Zeichen evocava, insieme agli acquerelli della serie Blu Callipigia, del 1989, come «danzatrici etrusche esiliate a Hong Kong». Si tratta, insomma, di una sorta di piccola ma esaustiva retrospettiva a dieci anni dalla scomparsa dell’artista abruzzese.
La pittura di Masci si muove tra il realismo intimista delle Periferie dei primi anni ’60 e il realismo lirico risolto in forme e iconografie determinate da un’astrazione e da una simbologia concettuale e metaforica nei Paesaggi, nelle Nudine, i Profumi, i Fiori, nelle Farfalle, i Verdeombra o nelle Conchiglie in acquerello, appunto, e in altri temi sempre legati all’interiorità e alla memoria. Di lui l’amico Lucio Dalla dichiarò in un’intervista per la RAI che:
«Edolo Masci fu una delle prime persone che incontrai quando venni da ragazzo a Roma e da provinciale, da bolognese, da giovane, da jazzista, immediatamente l’incontro con un personaggio così particolare, così definito, nello stesso tempo anche enigmatico, mi colpì subito fin dall’inizio. Mi piaceva di lui il suo modo di essere, il suo modo di essere immediatamente e continuamente creativo, non solo per quello che riguarda il mondo pittorico ma la letteratura, il melodramma che lui conosceva e soprattutto ci accomunava l’amore per il cinema. Ci son stati anni dove non si poteva passare la sera se non si andava a vedere un film e a volte anche due. … E’ una testimonianza di tutto quello che c’è nel nostro passato pittorico e, fermo restando che io ho quadri di Edolo in casa, mi interesso da appassionato di arte e tutti quelli che vengono in casa e guardano i vari quadri che ho, rimangono molto colpiti dalla unicità della pittura di Edolo e dal grande e sotterraneo mistero che il suo modo di essere ed il suo modo di esprimersi ha sempre avuto e la seduzione che i suoi quadri esercitano su chi li guarda».
Edolo Masci (Castiglione a Casauria-Pe, 1938 — Roma 2008), romano di adozione, è sempre vissuto a Roma dove ha studiato, allievo di Alberto Ziveri e Pericle Fazzini (maestri della Scuola Romana), presso il famoso Museo Artistico Industriale di Via Conte Verde.
Edolo Masci, pittore, acquerellista, incisore, litografo, xilografo, disegnatore e scultore, ha scritto in passato il Prof. Antonio Del Guercio, «non può non essere riconosciuto come uno dei più originali e significativi fra quanti hanno operato e operano in Italia a partire dal dopo guerra, e non solo fra quelli della sua generazione». Artista precoce, ha frequentato l’ambiente culturale romano, sin dagli anni ’60, divenendo amico di Mino Maccari, Mario Mafai, Giovanni Omiccioli, Giulio Turcato, Lucio Dalla, Sergio Endrigo, Luis Bacalov e di coloro che gravitavano, in quegli anni ’60 e ‘70, nello spazio compreso tra via del Babuino e piazza del Popolo. Tuttavia è sempre rimasto un artista schivo, poco prolifico ed estremamente rigoroso nel proprio lavoro.