Una folla commossa a Roccamontepiano per il concerto di San Pietro dell’8 agosto in ricordo delle vittime di Marcinelle
Il dovere della memoria, a sessant’anni della tragedia di Marcinelle, ci ricorda come nella storia e nelle vicende umane la migrazione è stata e rimane, il fenomeno di massa le cui dinamiche si ripetono ciclicamente e quasi sempre allo stesso modo.
Quello di Roccamontepiano con il “Concerto di San Pietro” è stato un momento di commemorazione e riflessione per tutti i presenti. Ricordare l’8 agosto del 1956 é un tributo ai minatori di Marcinelle e ai tanti italiani fuggiti dal proprio paese d’origine per cercare lavoro e sostentamento per le loro famiglie. Ogni anno il Comune e il Comitato Feste San Rocco, ricordano il sacrificio del lavoro italiano all’esterno istituito il 1 gennaio 2001. All’appuntamento intervengono sempre numerosi i concittadini all’estero che tornano in occasione delle vacanze e della festa più importante del paese. Proprio in questa triste ricorrenza, il “Concerto dell’8 agosto”, presso l’area archeologica del Monastero di San Pietro assume il suo profondo significato.
“Laggiù nel borinage la terra è nera per tutti gli emigranti morti in miniera …gridan presente, Morti di Marcinelle, quella miniera non è più una tomba, ma una bandiera, minatore la tua memoria riempie di coscienza la nostra storia”, recitava così una canzone scritta all’indomani della tragedia in cui persero la vita 262 dei 274 minatori presenti in quel momento: 136 di essi erano italiani e, di loro, 60 abruzzesi, provenienti prevalentemente da piccoli paesi dell’entroterra pescarese”.
Il concerto che da quindici anni si svolge nei pressi dell’antico monastero di Roccamontepiano, vuole raccontare in note, musica e canto la storia della nostra Italia, i sogni dei giovani che accettarono di trasferirsi, rivelando la semplice, ma non trascurabile, incontrovertibile verità, cioè che i minatori, prima che lavoratori, erano persone, con le loro storie, le loro vite, i loro sentimenti, le loro speranze e le loro paure. Per molti dei nostri emigranti, un destino. dall’esito incerto per molti felice per altri crudele. In ricordo del sacrificio delle donne e degli uomini, strappati dalla miseria dalla loro terra d’origine, si è voluto celebrare questo giorno per ricordare e non dimenticare.
Il servizio del Tg8:
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