Anche in Abruzzo sarà avviato il programma nazionale per la lotta alla povertà. Dal 2 settembre le domande per il sussidio.
Il via libera al programma nazionale per l’inclusione attiva (Sia) è giunto dopo una riunione tra i rappresentanti del ministero del lavoro e delle politiche sociali e gli ambiti sociali regionali che dovranno gestire, insieme a Comuni e Inps, le modalità di attuazione delle misure previste nel piano nazionale.
“Con il Sia viene completamente capovolta la vecchia filosofia della lotta alla povertà, basata tutta sulla cosiddetta social card, un sistema passivo di assistenzialismo che ha generato non poche disfunzioni, non venendo incontro alle reali esigenze delle famiglie più bisognose”, ha spiegato l’assessore alle politiche sociali, Marinella Sclocco, che ha coordinato la riunione operativa. “Per avere infatti l’erogazione del sussidio economico sarà necessario aderire a un progetto personalizzato sociale e lavorativo”.
Sul Sia il governo ha previsto per il 2016 risorse finanziarie per 750 milioni di euro, destinate a salire a un miliardo già nella prossima legge di stabilità 2017. In Abruzzo la dotazione finanziaria è di 17 milioni di euro, ma l’assessore Sclocco fa sapere che il fondo si arricchirà di risorse che saranno tratte dal bilancio regionale o da progetti inseriti nell’Fse 2014-2020.
Altro elemento di novità “è la partecipazione attiva del beneficiario nel progetto assistenziale”, ha aggiunto la Sclocco. “Gli chiediamo cioè adempimenti inseriti nel patto che ha sottoscritto, per confermare la misura in un’ottica di responsabilizzazione del soggetto stesso”.
Tecnicamente il Sia è un patto tra servizi e famiglie che presuppone reciproci impegni e responsabilità. Per accedervi il cittadino può presentare le domande dal 2 settembre; entro due mesi verrà erogato il sussidio economico che può arrivare, in determinate condizioni, fino a 400 euro; entro 2 mesi dal primo accreditamento devono essere attivati i processi personalizzati. Per fruire della misura bisogna presentare un Isee sotto i 3.000 euro e non percepire altre indennità di natura assistenziale, superiori a 600 euro mensili. Le domande dovranno essere presentate ai comuni di residenza.