In calo rispetto allo stesso periodo del 2016 il numero dei profughi accolti in Abruzzo, ma è salita la tensione con le comunità locali.
A fornire i numeri dell’accoglienza sul territorio regionale è l’ultimo report del Dipartimento per le libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno. In Abruzzo i profughi accolti fino allo scorso 25 agosto sono 4100, un numero in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’Abruzzo, sempre secondo i dati del ministero, è tra le cinque regioni italiane che ne ospitano meno in percentuale: sotto il 2% del totale.
LA SUDDIVISIONE PER PROVINCE – In Abruzzo, alla fine dello scorso luglio era equamente suddivisa per i quattro territori provinciali (Chieti 1085, L’Aquila 1064, Tescara 1009, Teramo 954).
I PROGETTI SPRAR IN ABRUZZO – Ma per queste 4100 presenze è comunque chiaramente cresciuta l’insofferenza delle comunità della nostra regione anche rispetto agli anni precedenti. In Abruzzo non sono ancora molti i comuni che hanno aderito al sistema SPRAR, che offre indubbi vantaggi ai Comuni che vi aderiscono, ottenendo la progressiva diminuzione della presenza di Centri di accoglienza straordinaria già presenti sul proprio territorio. Inoltre aderendo allo SPRAR i Comuni diventano capofila del sistema sul loro territorio mentre i Cas vengono imposti dalla Prefettura competente e gestiti da un ente privato assegnatario.
Sono attualmente 12 i Comuni che hanno aderito al sistema SPRAR: i capoluoghi di provincia Pescara L’Aquila e Teramo, le città di Montesilvano, Vasto e Roseto ed altri centri medio-piccoli: Guardiagrele, Fossacesia, Carunchio, Palmoli, Pizzoli e Lentella. Altre realtà come Lanciano hanno avviato il bando e sono pronte a varare progetti di accoglienza sui rispettivi territori.