La vittima dell’accoltellamento a Chieti Scalo è Christian Cipressi, il fratello di Emanuele, in carcere per l’omicidio Di Marco, avvenuto il 9 ottobre sempre nella zona. Gli aggressori rimasti feriti in un incidente d’auto.
Hanno un collegamento i due fatti di cronaca che hanno movimentato la notte tra sabato e domenica a Chieti. Allo Scalo, per un futile alterco, è stato accoltellato all’esterno di un pub Christian Cipressi, il fratello del presunto autore del delitto Di Marco, avvenuto davanti ad un altro locale della zona. Ma i tre suoi aggressori, di origine campana, sono stati a loro volta i protagonisti dell’incidente stradale della Ford Ka che si è schiantata poco dopo nei pressi di Via Papa Giovanni nella zona alta della città. Cipressi, accoltellato fuori dal pub per uno “sguardo di traverso” (“davanti a centinaia di testimoni reticenti”, secondo gli investigatori), se la caverà con 30 giorni di prognosi. Soltanto uno dei tre suoi aggressori per ora è riuscito a svignarsela dopo l’incidente accaduto all’auto usata per la fuga. Tra le lamiere della Ford che ha sbandato per 30 metri prima di schiantarsi in Via Papa Giovanni XXIII sono rimasti gli altri due campani, uno dei quali è stato ricoverato in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita. Il secondo, con una prognosi di 15 giorni, era inizialmente uscito dall’ospedale di Chieti prima che i poliziotti ricollegassero i due episodi. Ma è stato identificato quando è tornato sul luogo dell’incidente. Entrambi sono adesso accusati di lesioni aggravate, mentre si cerca il terzo complice.
IL SINDACO DI PRIMIO: “SEGNI DI DETERIORAMENTO SOCIALE” – “Nonostante nella nostra città ci sia un alto livello di sicurezza e tranquillità, purtroppo questo episodio, insieme al verificarsi di alcuni delitti predatori, iniziano a mostrare segni di deterioramento del tessuto sociale”. Lo dice all’ANSA il sindaco di Chieti Umberto Di Primio. “È evidente che dipende molto anche da come vengono gestiti alcuni locali e dipende molto dall’attenzione che si pone nel conservare un livello di sicurezza anche per coloro che frequentano questi locali. Io non faccio una guerra alla movida, perché non è un fenomeno a poter determinare la violazione delle regole del convivere sociale – aggiunge Di Primio – però è altrettanto vero che il ripetersi di questi fenomeni inizia a richiedere un’attenzione diversa da parte soprattutto delle forze dell’ordine. Per parte nostra farò fare un nuovo giro di controlli su tutte le attività che possono essere soggette a questo tipo di degenerazione”.
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