Ad Aielli insulti e minacce al sindaco Di Natale e a un gruppo di turisti che si erano fermati ad osservare le stelle
“Le aree attrezzate per i pic-nic hanno da sempre bisogno di un’ autorizzazione per poter essere utilizzate”. Con questo sunto inizia un lungo post del Sindaco di Aielli, Enzo Di Natale, che ieri sera è stato vittima di insulti, insieme ad altre persone che stavano godendosi una serata in tranquillità.
“Ci sono regole che vanno rispettate, aumentate e diventate molto più stringenti da quando viviamo sotto questa fase pandemica e nei periodi estivi, in cui, com’è quello attuale, c’è la massima allerta per rischi incendi. Chi non è in grado di rispettare semplici norme di utilizzo di un bene pubblico ha evidentemente seri problemi di convivenza civile”, premette Di Natale che racconta: “Ma questo, rispetto a ciò che è successo ieri, non è nulla. Ieri, alle 21.00, un gruppo di persone composto da turisti e da famiglie aiellesi, tra cui quella del sottoscritto, è partita dalla piazza del paese con destinazione Le Surienti per assistere ad una lezione di astronomia promossa dalla Torre delle Stelle. È andato tutto bene, per un’ora. Tutti stupefatti col naso all’insù, intenti ad ascoltare le spiegazioni di Paolo Maria Ruscitti, che con la sua passione e la sua bravura, incantava i presenti tra un racconto e un’informazione sul cosmo. Poi siamo arrivati al prato adiacente l’area attrezzata. Da una parte una trentina di persone. Qualche famiglia aiellese, con figlie al seguito, gente venuta dal nord, da Roma, qualche marsicano. Sono le 22.30. Noi ci prepariamo, chi sdraiato sopra un plaid, chi con i passeggini, ad assistere alla spiegazione finale. Un’oretta in cui Paolo spiega in maniera semplice le bellezze dell’universo sotto un fantastico cielo stellato. Dall’area pic-nic si sente musica, qualche urla, fuochi accesi. Tutto nella norma, se non fosse che siamo ancora in un periodo particolare e che da qualche giorno l’Abruzzo brucia, motivo per cui nessuno può utilizzare quella zona senza autorizzazione munita di prescrizioni. Siamo ancora però in una situazione di assoluta normalità. Uno dei nostri, di Aielli, si sgancia dal nostro gruppo, con estrema educazione chiede di abbassare solo un po’ la musica e di evitare schiamazzi. D’altronde c’è gente di fuori, si voleva, come è giusto, fare bella figura”.
“Apparentemente sembra tutto filare liscio”, prosegue il racconto del sindaco, ma “dopo dieci minuti va in scena la barbarie. Da quell’area attrezzata, occupata da cinque o sei persone, iniziano a levarsi grida che nel silenzio della notte arrivano distintamente a violentare chi voleva godersi la bellezza di un cielo stellato. Non si può spiegare l’umiliazione e l’imbarazzo dei presenti, la sofferenza dei bambini e delle madri senza riportare fedelmente il testo di quanto è stato urlato. “Avete rotto i …… Nemmeno qui si può stare bene. Comunisti di merda.” Qualche minuto e il livello diventa infernale. “Portate la vostra …. non le stelle e ancora offese alle donne.” La notte, per molti di noi, si trasforma in un incubo. C’è chi si guarda attonito, chi con lo sguardo mi chiede quasi aiuto. La barbarie verbale continua. Tutto intramezzato da qualche risata. Poi gli inviti ad andare via, con offese più umane. Continui, ripetuti. Per alcuni di noi, soprattutto aiellesi, è stato difficile trattenersi. Solo la consapevolezza che il tutto sarebbe potuto degenerare in violenza fisica ci ha trattenuto dal rispondere. La ciliegina finale è stato l’utilizzo di una torcia potente, che con fare mafioso ha iniziato ad illuminare i nostri volti. Minacce, aggressioni verbali. Tutto senza alcun motivo. Tutto gratuito”.
“Una pagina bruttissima che per quanto mi riguarda” – dice Di Natale- “non potrà rimanere impunita. Sono tornato a casa scosso, non lo nego. Preoccupato per le mie bambine che ho sempre cercato di proteggere da situazioni simili. Si, parliamo di singoli, parliamo di una estrema minoranza, questo mi rincuora. La comunità aiellese vive e mostra quotidianamente rispetto per la donna, per il prossimo, per i turisti e per se stessi. Sono sicuro che non potrà non esserci una condanna collettiva di quanto accaduto. Questo però non cancella la vergogna andata in scena ieri. Di chi ha agito in prima persona, di chi non ha preso subito le distanze, di chi non è andato via. Ci saranno sviluppi. Non può finire così”.