Anche l’Abruzzo piange Carlo Azeglio Ciampi. L’ex Capo dello Stato è morto stamani a Roma a 95 anni. Indissolubile il suo legame con Scanno
Nato a Livorno nel 1920, dopo aver partecipato alla Resistenza anche in Abruzzo, a Scanno, è stato presidente della Repubblica dal 1999 al 2006. Fu anche per 14 anni governatore della Banca d’Italia e presidente del Consiglio nel 1993. Era ricoverato da alcuni giorni nella Clinica Pio XI di Roma dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute. Immediato il ricordo e l’omaggio del premier Renzi che manda ‘l’abbraccio del governo alla signora Franca. E un pensiero grato all’uomo delle Istituzioni che ha servito con passione l’Italia’.
I mesi trascorsi a Scanno durante la Resistenza e l’ospitalità della gente d’Abruzzo hanno lasciato in lui un’impronta molto profonda. A decenni di distanza non c’è stato un suo libro o una sua conversazione sulla guerra che non abbia rievocato la generosità e la lealtà degli abruzzesi e non abbia espresso la sua riconoscenza, presente anche nella la dedica del libro “La libertà delle minoranze religiose”. Dice: «Al mare di Livorno, di cui sono figlio. Alle montagne d’Abruzzo, che mi hanno adottato».
Al giornalista Arrigo Levi , che gli domanda perché Scanno gli è rimasta nel cuore, risponde: “a Scanno sapevano chi eravamo, che io ero un ufficialetto renitente alla leva della Repubblica di Salò. Vi erano altri giovani di varie nazionalità, anche slavi. Arrivammo a fare letteralmente la fame, perché non c’era più niente. Ad un certo punto mangiavamo le rape che si danno alle pecore, arrostite su una stufa. Ci fu da parte della cittadinanza una lealtà piena nel non denunciarci ai tedeschi, e nel condividere con noi “il pane che non c’era”. Per questo è rimasto in me un profondo sentimento di riconoscenza per questa popolazione che mi ha adottato”.
Ciampi nel discorso di inaugurazione della I Marcia de “Il sentiero della libertà” – maggio 2001- promossa dal liceo scientifico di Sulmona, che ripercorreva il percorso di fuga attraverso la Maiella dichiarò: “Fu questo il terreno su cui nacque, spontaneamente, come scelta di popolo, la Resistenza. Vi è una continuità spirituale e materiale fra l’ assistenza data da gente di ogni classe sociale a coloro che cercavano rifugio in queste città, in questi paesi, in queste montagne, e la costituzione della Brigata Maiella”. E in quella circostanza ricordò: “Anch’io fui uno di loro. Lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, la sera del 24 marzo del 1944. In quelle giornate, in quei mesi di tragedia e di gloria, le popolazioni di queste regioni diedero prova di straordinario eroismo”.
Anche nell’ultimo suo libro, “Non è il paese che sognavo”, Ciampi, nel fare un bilancio dei 150 anni dell’Unità d’Italia, torna a ricordare il soggiorno scannese e racconta la sua traversata della Maiella, nel marzo del ‘44. Una delle tante che partivano da Sulmona e, attraverso il massiccio montuoso, raggiungevano il Sud liberato. Su quell’avventura giovanile aveva scritto un diario che donerà al liceo scientifico di Sulmona e che verrà pubblicato sul libro della Laterza, “Il sentiero della libertà”, nel 2003
Il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, esprime il suo cordoglio personale e quello dell’intero Consiglio regionale abruzzese per la scomparsa del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. “E’ una perdita per l’intero Paese e per le istituzioni repubblicane – commenta Di Pangrazio – Ciampi era un amico dell’Abruzzo, regione che conosceva bene e che aveva visitato piu’ volte. Diverse sono state le sue visite nelle citta’ abruzzesi cosi’ come alle istituzioni regionali. E forte era rimasto il suo legame con i movimenti partigiani e con i luoghi simbolo della Resistenza in Abruzzo a cui da presidente aveva reso onore e riconoscimenti. Ciampi aveva una conoscenza profonda dell’Abruzzo, sia dal punto di vista politico che per le sue bellezze naturali come quelle montagne abruzzesi che lo adottarono da giovane sottotenente, quando riparo’ a Scanno per non aderire alla Repubblica fascista di Salo’. L’Abruzzo gli era rimasto nel cuore ed anche la gente abruzzese che lui defini’ capace di ‘appoggi spontanei, quegli slanci di solidarieta’ che davano quotidiana testimonianza dell’umanita’, e del patriottismo, della gente abruzzese’. L’Abruzzo e gli abruzzesi – conclude Di Pangrazio – hanno perso un grande uomo delle istituzioni, un uomo di straordinaria semplicita’ che tutti abbiamo nel cuore”.
Il presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso “Piange la scomparsa di Carlo Azeglio Ciampi, fulgido e indimenticato esempio di statista. Grande sostenitore dell’Unione Europea, egli ha saputo ricoprire tutte le cariche che gli sono state affidate – Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Ministro e Governatore della Banca d’Italia – con rigore e umanità al tempo stesso. Mi piace ricordare la nascita del suo intenso rapporto con l’Abruzzo: dopo l’armistizio dell’8 settembre non volle aderire alla Repubblica di Salò e trovò rifugio a Scanno. Nel marzo del 1944 partì da Sulmona insieme ad altri antifascisti per passare nell’Italia liberata dagli Alleati; arrivò a Casoli, dove fu accolto dai componenti della Brigata Maiella, tracciando in questo modo quello che oggi è noto a tutti come “il sentiero della libertà”. Di quella sua traversata resta un diario conservato nel liceo scientifico di Sulmona, che intendo visitare al più presto per onorarne la memoria. Il cordoglio mio e di tutti gli abruzzesi si leva alto nel ricordare un uomo esemplare, di cui sentiamo già la mancanza.