Pescara: al via il restauro del dipinto di F.P. Michetti “La figlia di Jorio”, esposto nell’omonima sala della Provincia.
Inizia in questi giorni l’intervento di restauro conservativo del dipinto su tela “La figlia di Jorio” di Francesco Paolo Michetti, esposto nella sala della Provincia di Pescara.
La Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo attuerà l’intervento con fondi resi disponibili dal Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per l’Abruzzo che ha destinato 40.000 euro per il restauro nell’ambito della programmazione ordinaria del MIBACT. I lavori sono stati affidati alla ditta ESTIA Srl di Bastia Umbria (PG) che ha 120 giorni per concludere il restauro.
“Era un intervento non più rinviabile-afferma la Soprintendente Rosaria Mencarelli- sia per l’importanza del dipinto nell’ambito della produzione michettiana, sia per migliorarne lo stato di conservazione”. L’intervento sarà seguito dalla restauratrice della Soprintendenza Eliseba De Leonardis, che ritiene il progetto “fondamentale per conoscere meglio e più approfonditamente anche la tecnica pittorica usata dall’artista”.
La tempistica dell’intervento è stata concordata con l’Amministrazione Provinciale di Pescara, proprietaria dell’opera, che collaborerà alla fase conoscitiva per il pubblico: si tratterà di un “cantiere aperto” con finalità didattiche e di valorizzazione dell’opera. Infatti dopo le prime operazioni di diagnostica sul dipinto, a partire dagli inizi dell’anno prossimo sarà possibile effettuare visite al cantiere in giorni e orari stabiliti, durante le quali i restauratori illustreranno le varie operazioni e le tecniche impiegate.
“Con il restauro del dipinto di Michetti-dichiara il Presidente della Provincia Antonio Zaffiri-renderemo più fruibile questa opera, che molti cittadini non conoscono e il cantiere visitabile è un’occasione unica per far avvicinare anche i giovani a una conoscenza più approfondita di cosa significhi conservazione del patrimonio artistico”
Il dipinto, di notevoli dimensioni (cm 208 x550), fu realizzato nel 1895 e presentato nello stesso anno all’Esposizione internazionale d’arte di Venezia, dove ricevette il premio “ Città di Venezia”. Nel 1903 vi si ispirò Gabriele D’Annunzio per la scrittura dell’omonima opera teatrale.