Si profilano tempi duri anche per le banche, ammesso che due recenti episodi siano da considerarsi prodromi di un mutamento epocale, un mondo in cui ad essere inseguito dai debiti non sia solo il cliente, ma anche l’istituto di credito. La cronaca riporta casi di anatocismo in due Bcc d’Abruzzo.
Poco tempo fa c’era stato il caso di Basciano, nella provincia di Teramo. L’ufficiale giudiziario si era presentato alla porta della Bcc locale, che aveva manifestato l’intenzione di non pagare, per eseguire un pignoramento di oltre 13.000 per il ricalcolo degli interessi bancari a favore di una concessionaria di autovetture. Alla base dell’episodio c’erano stati prima la sentenza di appello del Tribunale di L’Aquila e poi il decreto ingiuntivo firmato dal tribunale di Teramo. Potrebbe avere lo stesso epilogo quanto sta accadendo ad Atessa, una vicenda che vede ancora protagonista la Bcc, condannata a rimborsare 71.000 euro a un cliente sul cui conto sarebbero stati applicati interessi illegittimi. La poco simpatica abitudine a capitalizzare gli interessi sugli interessi scaduti o non pagati, praticata da alcune banche, da un po’ di tempo non ha più vita facile: si chiama anatocismo e può configurarsi tra i reati per usura. La faccenda di Atessa non è ancora conclusa, da un lato il cliente imprenditore e il suo avvocato annunciano la richiesta di pignoramento, dall’altra la Bcc Sangro Teatina si difende contestando il ricalcolo in favore del cliente, e quasi contemporaneamente annuncia di avere chiuso il bilancio 2015 in positivo. La speranza è che l’eventuale ufficiale giudiziario non si presenti alla porta di una qualsiasi banca pignorando tutto ciò che c’è, compresi i soldi dei clienti.