Nell’anno della pandemia in provincia dell’Aquila ben 148 attività hanno chiuso i battenti. Fipe Confcommercio ha condotto uno studio che ha fatto emergere che la categoria più colpita è quella della ristorazione.
I numeri parlano chiaro del resto. A fronte di 72 nuove attività che si sono iscritte, ben 148 hanno chiuso con un saldo negativo di ben 76 attività scomparse dalla realtà produttiva.
Effetto certamente della pandemia, secondo la Fipe Confcommercio e il suo presidente Daniele Stratta, ma anche di misure per loro troppo penalizzanti per la categoria.
Per Stratta ci sono state molte scelte sbagliate e la categoria delle pizzerie, dei ristoranti, pub e bar è stata la più colpita dalla scure.
La provincia dell’Aquila ha il saldo negativo simile a quello di Teramo ma più basso rispetto a Chieti e Pescara.
Bar e ristoranti hanno sofferto di più rispetto ad altre attività con una decrescita di ben 76 aziende.
Lo studio di Fipe Confcommercio ha analizzato i dati tra la prima e la seconda ondata della pandemia, per cui ci potrebbero (ma si spera di no) essere nel 2021 altri effetti negativi che ora ancora non si vedono.
Con l’estate qualcosa si potrà recuperare, sperano tutti gli addetti ai lavori, anche con le possibilità date dal Comune rispetto ai dehors, ad esempio che in città sono molto numerosi per consentire le attività all’aperto.
In questi giorni con l’allentamento delle restrizioni, con il passaggio del Giro d’Italia e con gli open di Tennis e gli internazionali di pattinaggio la città ha visto le attività di ristorazione e non solo lavorare bene ma è ovvio che pochi giorni non possono compensare i danni provocati da un anno di chiusure e riaperture a singhiozzo.