E’ diventato un caso nazionale la vicenda di Lanciano: una bara aperta durante il viaggio innesca una denuncia del sindacato degli impresari funebri.
L’ esposto alla Procura di Lanciano in cui si chiede di indagare sul misterioso episodio è la Federazione del comparto funerario italiano, con il segretario nazionale Giovanni Caciolli.
I fatti denunciati: nei giorni scorsi la salma di un uomo (R.P.) deceduto a Lanciano, sarebbe stata trasferita nella abitazione della città di residenza in Puglia a Monte S.Angelo per ricevere il commiato dai familiari. Ma il viaggio lungo la A14 sarebbe avvenuto a bara aperta.
Sembra che a far uscire la notizia siano state proprio le imprese di pompe funebri concorrenti di quella coinvolta.
La Federcofit ha segnalato -nell’esposto- il “gravissimo comportamento dell’impresa di pompe funebri incaricata. Sono state contravvenute – ha spiegato Caciolli- le normative igienico-sanitarie, come se si trattasse di un trasporto tra comuni abruzzesi (consentito invece dalla legge, ndr). Si è creato -prosegue Caciolli- un gravissimo precedente, in quanto una richiesta del genere potrebbe creare imbarazzanti richieste da parte dei familiari alle imprese in regola con la legge”.
La bara deve uscire dal territorio regionale sigillata e con un verbale di chiusura del feretro. (foto dal film funeral party)