Bimbo ucciso dal treno a Pescara: condannati i genitori e il nonno

Condannati i genitori e il nonno del bimbo ucciso dal treno a Pescara nel maggio 2014. La Corte d’Assise di Chieti li ha ritenuti responsabili di concorso in omicidio colposo

Tre condanne dalla Corte d’assise di Chieti presieduta da Geremia Spiniello, al termine del processo per la morte Francesco Pio Spinelli, il bambino di 3 anni travolto e ucciso da un treno il 24 maggio del 2014 nei pressi della stazione S.Marco di Pescara.

La madre Loreta De Rosa, inizialmente accusata di abbandono di minore, reato derubricato in omicidio colposo, è stata condannata a tre anni di reclusione. 3 anni e 6 mesi di reclusione al padre della vittima, Virgilio Spinelli e al nonno Cristoforo Spinelli, questi ultimi accusati di concorso in omicidio colposo. Il pubblico ministero Andrea Papalia aveva chiesto la condanna per ciascuno degli imputati alla pena più mite di un anno e sei mesi di reclusione.

Il bambino, secondo l’accusa, si era allontanato da casa attraverso un varco della recinzione e raggiunto i binari dove sopraggiungeva un treno che lo travolse. Secondo la difesa si trattò di un incidente che si sarebbe potuto evitare se le Ferrovie dello Stato avessero predisposto una adeguata protezione dei binari. Secondo il pm Papalia alla base dell’accaduto vi fu una clamorosa distrazione della madre che avrebbe dovuto sorvegliare i figli più piccoli.

I genitori del bambino, assistiti dagli avvocati Luca Sarodi e Antonio Valentini, erano presenti nell’aula al momento della sentenza e non hanno commentato il verdetto. Il nonno, difeso dagli stessi avvocati, non era in aula.L’avvocato Sarodi lasciando il palazzo di giustizia ha annunciato ricorso in appello.

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.