Lunedì prossimo i lavoratori della Brioni di Penne si pronunceranno in assemblea sulla ipotesi di accordo. Lolli illustra i risultati e i punti che dividono ancora le parti.
“Gli accordi e i compromessi sono sempre pesanti”. E’ la premessa che il vice Presidente della Regione con delega allo sviluppo economico Giovanni Lolli pone negli studi de “Il Fatto” nell’illustrare il punto della situazione sulla vertenza Brioni di Penne. Lunedì i lavoratori in assemblea discuteranno e si pronunceranno sull’ipotesi di accordo maturata l’altra notte durante il vertice in Regione.
“Si era partiti da oltre 400 persone che dovevano essere licenziate”, ricorda Lolli:”Abbiamo poi portato questo numero a 140, naturalmente con dei sacrifici enormi in quanto non si può tacere che l’abbattimento è stato possibile anche per il fatto che i lavoratori dovranno lavorare un numero ridotto di ore e dunque con un salario ridotto. Tenuto conto che il salario medio di un lavoratore della Brioni è di 1600 euro lordi al mese (1100 netti), si tratta già di un grosso sacrificio per i lavoratori, che va incentivato dall’azienda. Per quanto riguarda la mobilità volontaria la trattativa ha raggiunto l’importo di 32mila euro di incentivo. Ma non sappiamo adesso quanti dipendenti aderiranno. Allo stato attuale il punto che divide la posizione dell’azienda da quella dei sindacati è il seguente: l’azienda vuole che -all’esito di questo percorso- chi non accetta va a casa, mentre i sindacati chiedono che per essi venga messo in campo un ammortizzatore sociale per dare tempo al Governo di trattare con la capogruppo francese nuove commesse”.