Oggi pomeriggio vertice romano al Mise sulla vertenza della Brioni di Penne: tutto da aggiornare a fine luglio.
Poco più di mezzora: tanto è durato l’incontro romano di oggi pomeriggio presso il Mise sulla vertenza Brioni di Penne, a cui hanno preso parte funzionari del ministero, sindacalisti, dirigenti dell’azienda e rappresentanti della Regione. Tutto da aggiornare a fine luglio, quando sarà previsto un ulteriore tavolo ministeriale per capire quale sarà il futuro dei lavoratori del comune vestino dell’azienda italiana di abbigliamento maschile, di proprietà della holding francese Kering.
“La notizia positiva che rasserena gli animi è che dai vertici aziendali per ora non sono previste procedure di mobilità, tranne la proroga su quella volontaria”, ha dichiarato Domenico Ronca della Filcams Cgil, di ritorno da Roma. “Dunque rimanderemo tutto a luglio per un ulteriore confronto col ministero, ma continueremo a insistere sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali, preparandoci alla riunione di verifica di fine luglio, senza retrocedere dalle nostre posizioni”.
Per ora la situazione del sito vestino resta immutata, con la riduzione dell’orario di lavoro e le 63 lavoratrici, a fronte dei 150 lavoratori richiesti dall’azienda per far quadrare i conti, che hanno optato per la mobilità concordata con l’esodo incentivato dal bonus di 32mila euro lordi. Resterebbero pertanto poco meno di un centinaio di esuberi individuati dall’azienda, dei quali con ogni probabilità si tornerà a discutere nel prossimo tavolo ministeriale di fine luglio con il chiaro obiettivo, ribadisce Ronca, di salvaguardare il posto dei 1.200 lavoratori altamente specializzati in un settore, quello della moda, che porta il nome dell’Abruzzo e della Brioni nel mondo.