E’ vero: l’incontro non è andato bene, visto che la posizione della Brioni Roman style è rimasta inalterata. Tuttavia, secondo i sindacati, contro la mobilità forzosa non è detta l’ultima parola. Ieri la riunione in Confindustria non ha avuto l’esito sperato, avendo confermato la volontà dell’azienda di licenziare 24 lavoratori delle sedi di Penne, Montebello e Civitella Casanova
In sostanza la proprietà ha ribadito quanto contenuto nella nota di avvio della procedura e ha illustrato le ragioni che la inducono a ricorrere alla riduzione di personale e a ritenere impossibile il ricorso a strumenti contrattuali o di legge alternativi. Anche Cgil, Cis e Uil hanno tenuto il punto, continuando a chiedere il ritiro della procedura di licenziamento collettivo, attivata il 17 ottobre, e sollecitando soluzioni condivise.
Quello di ieri in Confindustria, su cui la Brioni non ha rilasciato alcuna dichiarazione, è stato solo il primo di una serie di incontri, che si terranno secondo precise scadenze. Tempo ce n’è ancora, ma non così tanto.
“Le posizioni di azienda e sindacati sono rimaste inalterate. – dicono Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil – La nostra paura è che questa azione unilaterale dell’azienda sia solo l’inizio di un futuro ancora più grigio rispetto a quello che abbiamo già vissuto negli ultimi 12 anni, che porterà la Brioni, al 31/12/2022 a ridurre il suo organico di quasi il 50% rispetto al 2010, con un saldo negativo di circa 600 dipendenti in meno. Un vero bagno di sangue per tutta la Regione ed in particolare per l’area Vestina. Ribadiamo pertanto la nostra contrarietà ai licenziamenti”.