All’indomani della riunione della Commissione regionale d’indagine, iniziati a Bussi i lavori a carico di Edison nelle aree 2A e 2B del sito.
Lo ha annunciato stamani da Bussi il presidente della Commissione Antonio Blasioli (Pd), ricordando che si tratta di 5,5 ettari di rifiuti che fino ad ora non avevano nemmeno le “MIPRE” (misure di prevenzione).
“E’ un lavoro importante quello che parte oggi. Edison” – ha aggiunto Blasioli- “effettuerà la copertura delle aree e condurrà tutte le indagini per presentare al Ministero il piano di rischio ed il progetto di bonifica, che è il vero grande obiettivo a cui tende il territorio degli undici comuni ricompresi nel SIN”.
Non si tratta della bonifica definitiva delle due discariche, che attendevano da anni interventi attuali di cauterizzazione. A questo proposito Blasioli aggiunge:
“C’è da essere veramente soddisfatti se dopo 13 anni dalla scoperta dei veleni di Bussi e oltre 37 dalle autorizzazioni concesse dalla Regione allo stoccaggio in loco, oggi si mettono in opera misure di prevenzione che sarebbero dovute scattare a quarantott’ore dalla scoperta della discarica, nel 2007. Dall’audizione svolta ieri con i responsabili di Solvay, sappiamo che nelle aree erano operativi impianti di pompaggio, trattamento e stoccaggio delle acque inquinate, ma sappiamo anche che tale attività è terminata il 1 agosto 2018, con la cessione delle aree al Comune di Bussi. Il cantiere di oggi arriva a seguito della sentenza del Consiglio di Stato del 6 aprile 2020 e soprattutto dopo le sollecitazioni del ministero dell’Ambiente del 10 e del 17 giugno scorso, che hanno determinato Edison alla cantierizzazione degli interventi richiesti. I lavori dureranno nove mesi e, fra l’altro, comprenderanno anche la realizzazione del capping sui due ettari delle discariche 2A a 2B e delle aree limitrofe che ne sono ancora prive. Messa in sicurezza con i teli a tutela di suolo e aria, ma anche indagini geofisiche non invasive, rimozione delle interferenze, regolarizzazione e riprofilatura del sistema di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche, congiuntamente alla riattivazione del sistema di pump and stock attrezzato da Solvay e non più funzionante da agosto 2018, circostanza questa che ha destato particolare attenzione in seno alla Commissione. Inoltre Edison provvederà anche ad aggiornare i dati delle caratterizzazioni eseguite su queste aree nel 2001 da Montedison e nel 2003 e 2011 da parte di Solvay. Occorrerà circa un anno per predisporre un piano di rischio specifico per l’area e per il progetto di bonifica, che poi andrà sottoposto per l’approvazione alla conferenza di servizi con Ministero ed enti territoriali. Va inoltre ricordato che la Regione Abruzzo ha promosso ricorso al Tar Lazio per la sospensiva del provvedimento con cui il Ministero Ambiente e Territorio ha annullato il bando della bonifica elaborato dal commissario regionale Adriano Goio e che potrebbe portare ad un percorso diverso. Questo il quadro oggi. In poco tempo importantissimi passi avanti dopo anni di stasi in cui la discarica ha continuato a nuocere all’ambiente, se solo penso che a dicembre 2019 la Commissione speciale di inchiesta che ora presiedo iniziava il suo lavoro e che all’epoca sono intervenuto proprio io per segnalare capping divelto sulle aree a ridosso della Turbogas, oggi anch’esse ripristinate. Questo sottolinea l’utilità della Commissione e l’essenziale ruolo di stimolo e conoscenza che ha avuto nel rinnovare l’attenzione sociale e anche istituzionale su Bussi, un nuovo inizio che ora dovrà consentirci di guardare in modo concreto sia alla bonifica che alla reindustrializzazione del sito in tempi brevi e scanditi”.