Campo Felice, frustate ai bimbi indisciplinati testimoniate dalle ferite sulle schiena e dai racconti fatti ai genitori al ritorno dalla gita organizzata dalla Acr di Sorrento. Nel campo scuola si sarebbero consumati atti di bullismo commessi da tre catechisti-animatori.
Campo Felice? Mica tanto per i bambini che hanno partecipato alla gita dalla diocesi campana alla località montana abruzzese. Il racconto dell’orrore che evidenzia presunte violenze nei confronti di minori ha portato a giudizio due persone, uno dei tre presunti bulli e un sacerdote. Come se si volesse insegnare la matematica a suon di botte, nelle frasi rivolte ai bambini i numeri erano associati ai colpi: “Ti do 25 pugni o 10 cinghiate?” oppure “Facciamo un giochino: volete 70 cinghiate o ve le divido?”. Sembra infatti che nel campo scuola si utilizzasse la cintura dei pantaloni come metodo “educativo” per ottenere obbedienza e disciplina, dimenticando che i tempi del libro “Cuore” sono passati da un pezzo e che la moderna pedagogia non li rimpiange affatto. Tutto sarebbe emerso in seguito al racconto di un ragazzino di Sorrento che, al ritorno da Campo Felice, avrebbe raccontato alla madre di aver subito maltrattamenti e atti di bullismo da parte di tre animatori. A questo episodio si sono via via aggiunti altri racconti, ora le famiglie che hanno denunciato i fatti alla Procura di Castellamare di Stabia sono oltre una quindicina. La colpa del sacerdote sarebbe quella di non aver censurato e denunciato il comportamento dei tre catechisti, uno solo dei quali è stato rinviato a giudizio. Il caso è ora nella mani della Procura dell’Aquila, competente per territorio; il pm titolare dell’inchiesta è Stefano Gallo.