Nel corso di un controllo ispettivo effettuato il 20 marzo in un cantiere a Chieti, gli Ispettori del lavoro della sede di Pescara hanno individuato 8 lavoratori totalmente in nero su 17 operai. Sospese due aziende.
Tra gli operai non assunti ne sono stati identificati 3 di nazionalità romena. E’ stato necessario l’intervento dei militari della più vicina Caserma dei Carabinieri, per provvedere all’identificazione di alcuni lavoratori sprovvisti di documento di riconoscimento. Nel cantiere operavano quattro aziende: per due di queste sono immediatamente scattati i provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, in quanto gli operai in nero superavano la soglia del 20% della forza lavoro. Le aziende potranno riprendere i lavori soltanto dopo aver regolarizzato tutte le posizioni lavorative. Sono state altresì contestate 15 violazioni in materia di salute e sicurezza sia alle aziende operanti in cantiere che alla ditta affidataria dei lavori per un importo totale che sara’ stabilito da 14.000 euro a 56.000 in relazione alla corretta ottemperanza alle prescrizioni impartite; per le violazioni amministrative sono state contestate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 14.000 euro.
LAVORO NERO (POI REGOLARIZZATO) ANCHE AL CALL CENTER – E sempre nell’ambito dei controlli contro il lavoro nero, gli Ispettori della sede di Chieti, in data 23 marzo, hanno effettuato un controllo ispettivo in un call center sito a Montesilvano, individuando 10 lavoratori in nero su 23 operatori trovati intenti al lavoro. Pertanto, e’ stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale a decorrere dalle ore 12,00 del 26 marzo, in quanto i lavoratori in nero superavano la soglia del 20% della forza lavoro presente in sede. Si precisa che per 7 operatori di call center il datore di lavoro ha esibito contratti di prestazione professionale occasionale non subordinata per i quali gli ispettori hanno accertato in sede, tramite gli elementi emersi nel corso delle dichiarazioni raccolte, la non genuinità delle collaborazioni mentre per 3 operatori il datore di lavoro non ha esibito alcun contratto di lavoro e/o documentazione equipollente. Il datore di lavoro, in data 27 marzo, ha provveduto a presentare istanza di revoca del suddetto provvedimento di sospensione, con la regolarizzazione degli operatori “in nero” con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato o a termine e con il pagamento del 25% della somma aggiuntiva dovuta ai sensi dell’art. 14, co. 5 bis del D.Lgs. 81/2008.