Oggi entra nel vivo il primo dei processi civili per il crollo della casa dello Studente a L’Aquila. Le motivazioni delle condanne definitive in sede penale un puntello per le tesi delle famiglie che hanno citato la Regione per danni.
Le 72 pagine di motivazioni con le quali la quarta sezione penale della Cassazione ha confermato le condanne agli imputati per il crollo della casa dello studente a L’Aquila entreranno nei fascicoli delle cause civili per danni intentate contro la Regione e l’ADSU dalle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti. Stamani, diretta dal Presidente del Tribunale de L’Aquila Ciro Riviezzo a testimonianza dell’importanza del processo, è partita la prima delle udienze civili nelle quali le famiglie, assistite dall’avvocato Wania Della Vigna, chiedono cospicui risarcimenti a chi gestiva quell’edificio. E dalle motivazioni della Suprema Corte, ha dichiarato fiduciosa la legale, giungono autorevoli “assist” per confutare le tesi dei convenuti:
In particolare rispetto all’argomento della eccezionalità di quel terremoto, avanzato dai legali della Regione, la Cassazione scrive che invece “era in linea con la sismicità storica dell’area, e che è scientificamente definibile di tipo strong, categoria nell’ambito della quale si verificano ogni anno circa 120 terremoti al mondo. Pertanto va esclusa la categoria della causa atipica o eccezionale”
La Cassazione ha sottolineato inoltre che il 6 aprile 2009 i crolli furono a macchia di leopardo. “A L’Aquila per effetto del terremoto accanto agli edifici crollati ve ne erano altri che erano rimasti in piedi. La resistenza non è dunque legata alla tipologia del terremoto, ma a difetti progettuali e a carenze costruttive”.