Il caso Sevel al centro dell’analisi della Cisl che richiama la politica alle proprie responsabilità: “Basta retorica! Occorrono immediatamente opere infrastrutturali per rilanciare la competitività industriale del territorio”.
Basta con la retorica politica. Ora occorre una strategia condivisa che renda competitivo il territorio da un punto di vista infrastrutturale e che dia risposte immediatamente cantierabili in Val di Sangro per evitare che si perda il primato produttivo della Sevel e dell’intero polo dell’automotive abruzzese. A sostenerlo sono Leo Malandra e Domenico Bologna, rispettivamente segretari generali della Cisl e della Fim Cisl per Abruzzo e Molise, che puntano il dito sulle colpe della politica degli ultimi anni, che, propagandando più che governando, si è fatta sfuggire occasioni importanti come il campus dell’automotive e gli investimenti sulle infrastrutture, tanto da far perdere attrattività all’intero territorio.
Da qui, presumibilmente la scelta di Psa di produrre in Polonia 100 mila nuovi furgoni in aggiunta ai 300 mila annui della Sevel, che tanta preoccupazione sta sollevando in questi giorni.
In Sevel il costo del lavoro incide del 10% sulla spesa totale, mentre le voci maggiori sono rappresentate dai costi infrastrutturali e logistici, unitamente a quelli dell’energia.
Per questo, sostengono i sindacalisti, è necessario tornare a investire, rendendo la Val di Sangro immediatamente cantierabile, affinché si dia nuovo impulso a una politica di competitività industriale del territorio, in vista del 2023, anno in cui scadrà l’accordo tra Fca e Psa, aprendo nuovi scenari economici e occupazionali.