La Cassazione ha annullato l’ordinanza che il 3 gennaio scorso portò ai domiciliari l’imprenditore teatino Ivan Vaccaro.
il 26enne organizzatore di eventi restò per 27 giorni ai domiciliari per le accuse di stalking e concorso in danneggiamenti nei confronti di un suo collaboratore.
La Suprema Corte ha accolto il ricorso che aveva contestato la metodologia di raccolta delle prove su cui si basò l’ordinanza. Inizialmente l’istanza di scarcerazione presentata dal difensore di Vaccaro Vittorio Supino fu respinta dal Gip. Precedentemente alla decisione della Cassazione a Vaccaro erano stati comunque già revocati i domiciliari, in vista del processo con il rito immediato fissato per il prossimo 5 giugno. In quella sede le motivazioni della sentenza della Suprema Corte potrebbero comunque rappresentare una carta da giocare per la difesa, in particolare in relazione all’inutilizzabilità a carico di Vaccaro degli elementi di prova raccolti attraverso le attività di un poliziotto che non sarebbero state autorizzate.