Carabinieri in Regione a Pescara, per acquisire documentazione sul controverso progetto della centrale a biomasse a Bazzano (frazione de L’Aquila). L’inchiesta è del sostituto Procuratore Roberta D’Avolio.
Tra i documenti acquisiti dai militari, la copia dell’autorizzazione rilasciata dalla Regione alla Futuris (la società che ha promosso l’intervento).
Sul fronte della giustizia amministrativa, proprio la Futuris ha intanto incassato la decisione a suo favore del Consiglio di Stato, che ha annullato la pronuncia del Tar Abruzzo di accoglimento del ricorso della Pro Loco di Onna e dell’associazione “La terra dei figli”. Il Consiglio di Stato ha concluso che “non vi è alcun pericolo per l’incolumità delle persone, e che non sussistono difficoltà per il piano di approvvigionamento”.
I comitati che si oppongono all’impianto restano comunque sul piede di guerra, e si preparano a manifestazioni eclatanti anche in occasione del corteo della perdonanza.
L’ipotesi di reato è al momento contro ignoti, ed è scattata grazie agli innumerevoli esposti presentati dai comitati no-biomasse alle Procure della Repubblica di Pescara, che ha avviato nello specifico l’inchiesta, di Teramo e dell’Aquila. Le prime autorizzazioni per la centrale dell’Aquila risalgono a 6 anni fa, a pochi mesi dal sisma che devastò la città. Ed è uno dei 14 impianti a biomasse per i quali la Regione ha dato le autorizzazioni in Abruzzo e su cui i comitati no-biomasse mettono in guardia.
Nei mesi scorsi sia la Regione che il Comune hanno revocato le loro autorizzazioni contro l’impianto, provocando un nuovo ricorso al Tar della Futuris aquilana. Al vaglio degli inquirenti anche i provvedimenti emessi durante la conferenza dei servizi e quelli ritirati dalla Regione e dal Comune