Cgil Pescara: “La crisi del lavoro non è finita”, per il sindacato sono tante le aree in cui c’è ancora molto da fare per risollevare l’occupazione.
Le feste stanno per finire e si torna a parlare di cose serie: una su tutte il lavoro, questione per eccellenza sia in Abruzzo che nel resto d’Italia. I dati e i politici parlano di ripresa in atto, ma non tutti hanno le opportunità per accorgersene. Le aree tuttora in crisi, nella nostra regione, sono diverse, per questo la Cgil si chiede, e chiede proprio alla politica, cosa si stia facendo per migliorare la situazione. Dalla flessibilità alla precarietà, dalla Brioni di Penne alla bonifica di Bussi ex Solvay, fino ai contratti alla Fater: sono diverse le realtà esaminate oggi, nell’incontro con la stampa svoltosi nella sede pescarese della Cgil.
“Il lavoro a tempo indeterminato non è un orpello – ha dichiarato Domenico Ronca della Filctem Cgil – la stabilizzazione di un lavoratore deve restare un obiettivo per l’azianda. Spesso però gli imprenditori hanno un approccio ideologico verso il lavoro precario, visto come garanzia di produttività. Invece occorrerebbe ricordare che lo stimolo migliore alla produttività è costituito dalla serenità del lavoratore e dal rapporto umano con il datore di lavoro”.
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